Mancino: «Trattativa con la mafia? L'abbiamo respinta»
A «Repubblica»: Non incontrai Paolo Borsellino e non sapevo di arresto Riina
ROMA - «Noi l'abbiamo sempre respinta. L'abbiamo respinta anche come semplice ipotesi di alleggerimento dello scontro con lo Stato portato avanti dalla mafia. La riprova di tutto questo sta nella politica di fermezza adottata dal precedente governo e da quello in cui ero responsabile del Viminale».
All'indomani delle dichiarazioni di Totò Riina, l'attuale vice presidente del Csm ed allora - tra il '92 e il '94 - Ministro dell'Interno, Nicola Mancino, risponde così ad una domanda di Repubblica sulla ipotizzata trattativa con la mafia, assicurando che lo Stato non ha mai accettato il ricatto di Cosa Nostra.
Mancino risponde poi alle accuse del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, e dell'europarlamentare Idv Luigi De Magistris sull'incontro tra lo stesso Mancino e il giudice ucciso dalla mafia che sarebbe avvenuto pochi giorni prima della strage di via D'Amelio: «Se ci fosse stato davvero quell'incontro - afferma Mancino - perchè mai avrei dovuto nasconderlo? E poi: che cosa si sarebbero dovute dire due persone che prima non avevamo mai avuto rapporti tra di loro, il primo giorno dell'insediamento di un ministro al Viminale?».
Infine, nel colloquio col quotidiano romano il vice presidente del Csm replica anche a Totò Riina: «Io non ero a conoscenza della cattura di Riina, come lui afferma, una settimana prima. Era solo un auspicio, ma anche una precisa direttiva impartita a tutte le forze dell'ordine con l'urgenza che la situazione richiedeva. E fu questa la risposta - ricorda Mancino - che diedi anche ai giornalisti della stampa estera convocati al Viminale l'11 gennaio 1993, cioè quattro giorni prima della cattura di Riina. Una giornalista mi chiese: chi prenderete? Risposi: Riina. Coincidenza volle che Riina fosse arrestato dai carabinieri pochi giorni dopo. Ma se fossi stato al corrente dell'imminente arresto, sarei stato così ingenuo da dirlo pubblicamente, dirlo con il rischio di far fallire l'operazione?».
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