«Sul caso Englaro le responsabilità del Parlamento»
Marino: «Presto una legge condivisa»
Il padre di Eluana Englaro ha vinto la sua lunga battaglia: sua figlia, ora, potrà morire. La Corte di Cassazione ha infatti dato il via libera all’interruzione dell’alimentazione e riportato il caso di Eluana nella bufera politica.
Il centrodestra grida all'«omicidio di Stato», ma per il Partito Democratico si tratta unicamente della preoccupante incapacità del legislatore di regolare temi tanto delicati. «ci dobbiamo sentire responsabili – commenta il vicepresidente della Camera Rosy Bindi - perché il Parlamento ha lasciato un vuoto enorme nell'ordinamento».
Gli attacchi della maggioranza verso i giudici, quindi, non possono trovare alcuna giustificazione. Ne è convinto Lanfranco Tenaglia, ministro della giustizia del governo ombra, che critica: «Invece di attaccare in maniera scomposta la Cassazione e l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, il centrodestra si interroghi sul fatto che l’intervento della cassazione dimostra l’esistenza di un vuoto legislativo che deve essere il legislatore a colmare e non la magistratura in via di supplenza».
Il caso italiano, in effetti, è del tutto singolare rispetto agli altri paesi europei. E’ Ignazio Marino capogruppo del Pd alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha ricordarlo ai microfoni di Ecoradio: «In Italia è necessaria una legge che in altri paesi esiste da trent'anni. «Spero – continua Marino - che ora si possa arrivare ad una legge condivisa. E' sacrosanto il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie. Nessuno deve essere obbligato a terapie a cui non vuole sottoporsi».
Al sottosegretario degli Interni Alfredo Mantovano che dice che i magistrati con questa sentenza hanno introdotto l'eutanasia, il senatore Marino replica dicendo «Accettare che non c'è più nulla da fare non significa uccidere una persona bensì permettergli di spegnersi in pace».
Sulla stessa linea l’opinione di Ileana Argentin, parlamentare del PD. «Credo nel diritto all'autodeterminazione della propria vita sempre. Nel caso della Englaro – spiega la deputata - hanno prevalso due elementi fondamentali. L'accertamento dell'irreversibilità del suo stato vegetativo e l'espressione chiara, quando ancora in grado di intendere e volere, di porre fine alla propria vita qualora si fosse accidentalmente trovata in uno stato comatoso».
La decisione dei giudici, spiega la capogruppo PD al Senato Anna Finocchiaro, dunque non fa altro che sottolineare la necessità che si trovi al più presto una soluzione per garantire il diritto all'autodeterminazione del paziente. Insomma, anche per la senatrice PD il legislatore non può permettersi che i tribunali prendano «decisioni così importanti per la vita dei cittadini».
Quelle dei giudici, tiene a precisare Finocchiaro, «non si tratta di invasioni di campo, ma forse della mancanza di responsabilità da parte della politica. E trovo davvero fuori luogo le molte dichiarazioni violente che stanno giungendo da esponenti del centrodestra».
«Il Senato – ricorda infine la senatrice - si è impegnato ad approvare una legge entro la fine dell'anno. Il gruppo del Pd lavorerà con tutte le sue forze per raggiungere tale fine. Ora credo che l'unica cosa da fare sia quella di rispettare questa sentenza e il dolore e le lacerazioni che ha vissuto e sta vivendo la famiglia di Eluana».
G.R.