18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Elezioni europee

Dal Pd una battaglia di merito per ridare voce ad elettori alle Europee

«Il nostro pacchetto di emendamenti è composto di 6 punti qualificanti»

«Mantenimento della preferenza, soglia di sbarramento al 3%, riduzione delle dimensioni delle circoscrizioni, obbligo di primarie, no a candidature plurime ed ineleggibilità per i componenti del governo, per i presidenti delle regioni, delle province e per i sindaci delle grandi città». Sono queste le proposte del Pd per modificare il testo di riforma della legge elettorale europea.

«Il Pd - dichiarano la capogruppo nella I commissione di Montecitorio, Sesa Amici, e il deputato, Salvatore Vassallo - ha depositato oggi in commissione Affari costituzionali alla Camera una trentina di emendamenti per modificare il testo di riforma della legge elettorale europea presentata dalla maggioranza. La nostra - annunciano - sarà una battaglia di merito. I tempi della commissione non permettono altre forme di opposizione ed anzi cavalcare l'ostruzionismo per l'ostruzionismo rischierebbe di impedire il dibattito proprio sui punti più significativi della riforma».

«Il nostro pacchetto di emendamenti - proseguono - è composto di 6 punti qualificanti che sono:
1) la riduzione della soglia di sbarramento al 3%;
2) il mantenimento della preferenza; nel caso in cui vi fosse una totale chiusura della maggioranza su quest'ultimo punto:
3) la riduzione della dimensione delle circoscrizioni per dare maggiore visibilità ai candidati, per favorire il ricorso alle primarie. Per tali ragioni abbiamo proposto di utilizzare, con pochi aggiustamenti, le circoscrizioni della Camera che diverrebbero circoscrizioni in cui si eleggono da 1 a 5 parlamentari europei;
4) una norma per favorire le primarie da parte di tutti i partiti anche in questo caso per rafforzare il rapporto elettore eletto messo in crisi dalle liste bloccate;
5) l'ineleggibilità delle persone che ricoprono incarichi di governo ai vari livelli (membri dell'esecutivo nazionale, presidenti di regione, presidenti di provincia e sindaci di grandi città ossia con un numero di abitanti superiore a 15mila);
6) l'impossibilità di presentare candidature plurime ovvero l'impossibilità per una stessa persona di essere candidata su più collegi».

«Noi - concludono - vogliamo dare a tutti i cittadini la possibilità di scegliere i candidati e gli eletti, vogliamo una delegazione qualificata in diretto contatto con gli elettori e vogliamo evitare le candidature fittizie di leader che si presentano come specchietti per le allodole e nominano i parlamentari».