20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
fintech

La tecnologia ha distrutto il posto fisso in banca

Solo solo 2017, rileva lo studio, il calo di dipendenti è stato di 13.510 unità, un taglio del 4,5%

La tecnologia ha distrutto il posto fisso in banca
La tecnologia ha distrutto il posto fisso in banca Foto: Shutterstock

MILANO - Meno 44mila unità. E’ questo il drastico cale che hanno subito le banche tra il 2009 e il 2017, i cui dipendenti sono passati da 330mila a 286mila. I dati arrivano dall’ufficio studi di First Cisl, il sindacato dei lavoratori di banche e terziario. Solo solo 2017, rileva lo studio, il calo è stato di 13.510 unità, un taglio del 4,5%, con una punta nel Mezzogiorno (-5,3%).

La crisi trova nella tecnologia una delle sue cause principali, laddove è cambiato drasticamente il rapporto tra cliente ed istituto di credito. E sono proprio le grandi banche a ‘potare’, quelle che - peraltro - stanno implementando le maggiori rivoluzioni a livello tecnologico. Il piano al 2019 di Unicredit prevede 3.900 uscite volontarie e lo scorso febbraio è stata sottoscritta l'intesa per l'uscita di questo numero di dipendenti usando il Fondo di solidarietà fino a 54 mesi.

La rivoluzione digitale ha apportato un cambiamento fondamentale che trova le sue radici in un concetto di primaria importanza: la democratizzazione. La tecnologia, per certi aspetti, permette a fasce sociali prima poco considerate, di avere le stesse possibilità di chi, la tradizione, ha sempre messo su un piano superiore. E nei nuovi servizi finanziari che si basano sul concetto di collettività, questo è un aspetto davvero interessante. Benefici e democrazia. Il che non significa perdita di qualità. La riduzione dei costi è data essenzialmente dalla disintermediazione del canale distributivo che in genere grava al 60% sul costo finale e non dalla qualità del servizio.

In questa ‘moria’ di colletti bianchi, ovviamente, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale, soprattutto quando parliamo di finanziamenti alle imprese. Uno dei segmenti che ha maggiormente rivoluzionato il settore è il 2p2 lending, che vale l’85% del mercato europeo e che ha visto la luce almeno 10 anni fa, nel Regno Unito. Laddove i finanziamenti bancari alle imprese perdono sempre più smalto, le piattaforme di p2p made in Britain erogano sempre più prestiti.