19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
innovazione

ANGI sbarca a Milano, un piano per l'innovazione italiana

Appuntamento a Milano con ANGI, l'associazione no profit per i giovani innovatori italiani

ANGI sbarca a Milano, un piano per l'innovazione italiana
ANGI sbarca a Milano, un piano per l'innovazione italiana Foto: Shutterstock

MILANO - Dopo il successo ottenuto lo scorso 25 gennaio a Roma, presso la Camera dei Deputati, presa d’assalto da più di 300 giovani provenienti da tutta la capitale, ANGI sbarca a Milano, nel suo secondo appuntamento per presentarsi al pubblico. Anche questa volta, il suo fondatore Gabriele Ferrieri, non ha «badato a spese» e come location ha scelto gli uffici del Parlamento Europeo (l’iniziativa è patrocinata dallo stesso Parlamento Europeo, Commissione Cultura).

La volontà di ANGI è dare vita alla prima organizzazione no profit interamente dedicata al mondo dell’innovazione, che unisce pubblico, privato e istituzioni. Una sinergia tra attori. Che poi è un po’ quello che ci manca qui in Italia, il fare sistema. Tra imprese e università - ad esempio - affinché i nostri eccellenti dottori possano trovare un’impiego e le PMI trovare quelle competenze che sembrano scarseggiare nella nostra Penisola. Si è parlato spesso di cultura, assumendo che la rivoluzione da lì debba cominciare davvero. «Vogliamo mettere tutti gli attori intorno a un tavolo, che siano istituzioni, scuole, fondazioni - mi dice Gabriele - e parlare ai giovani, coinvolgerli per traghettarli verso il mondo dell’innovazione».

Come fare tutto questo? Soprattutto in un Paese come l’Italia che, malgrado la costante evangelizzazione del segmento, continua a essere riluttante nei confronti delle rivoluzioni digitali. «Promuovendo la cittadinanza attiva, il dialogo intergenerazionale, l’unione propositiva tra le parti, con incontri, eventi e una capillarità profonda sul territorio - sostiene Gabriele -. Ci affiancheremo a professionisti accademici per proporre dei momenti di alta formazione al fine di promuovere maggiormente la cultura dell’innovazione. Naturalmente senza dimenticare anche le persone più adulte che, spesso, vengono escluse da questo processo di trasformazione digitale». Il gap di competenze digitali, infatti, non riguarda solo i giovani. Oggi, in Italia, ci sono 13 milioni di adulti con skill di base bassi; si tratta soprattutto di persone mature, che lavorano nelle piccole imprese e di immigrati. A fronte di questo, solo il 14% degli adulti a bassa qualificazione partecipa a qualche tipo di formazione per adulti. Un bilancio drammatico, tanto da aver spinto la Commissione UE, di recente, ad adottare un piano specifico e a livello comunitario per formare i cittadini ed aiutarli ad affrontare le sfide presenti e future.

Al netto del vergognoso primato che deteniamo in Europa quanto a Neet, ovvero ragazzi tra i 15 e i 24 anni che non hanno e non cercano un lavoro (il 20% contro una media europea del 11,5%), l’Italia è anche il paese in cui c’è la maggiore concentrazione di lavoratori autonomi (più del 22,6%), segno che quando le condizioni sono avverse, l’impegno e la fatica, portano a risultati di gran lunga maggiori. Il tema dei Millenials è complesso e dibattuto e nel nostro Paese vede la creazione di una vera e propria trincea tra chi resta in balia degli eventi e chi, invece, ha scelto la strada del digitale e della tecnologia, provando a restare in piedi. Una situazione tipicamente italiana, giacché l’indagine 2017 sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa, dimostra come con più di 234 milioni di lavoratori, e 10 milioni di posti netti creati dal 2013, il tasso di occupazione non sia mai stato così elevato come oggi nell'Ue e la disoccupazione sia al livello più basso dal dicembre 2008.

L’obiettivo, poi, è anche quello di instaurare un dialogo con il legislatore in modo tale da garantire il giusto perseguimento degli interessi delle startup e dei giovani anche a livello legislativo: «La nostra mission? Proporci in Italia e nel mondo come punto di riferimento per l’innovazione, sviluppandola in tutte le sue declinazioni e in piena sinergia fra tutte le realtà e gli operatori del mondo - conferma Gabriele -. Dalle startup a chi ha un’idea da realizzare, dalle associazioni di categoria alle Università, dalle agenzie governative fino al parlamento italiano ed europeo». Un facilitatore, una luce nel buio (ritardo) italiano.

L’appuntamento è quindi fissato per martedì 20 febbraio a Milano dalle ore 9,00 presso gli Uffici del Parlamento Europeo, il Palazzo delle Stelline in corso Magenta. Un momento di condivisione. Verso il futuro.