16 aprile 2024
Aggiornato 16:00
lavoro

«Ragazzi, fate gli operai» (creativi), la lettera del presidente Confindustria Cuneo

La lettera ai genitori del presidente di Confindustria Cuneo, un messaggio per guidare i giovani verso il futuro

«Ragazzi, fate gli operai» (creativi), la lettera del presidente Confindustria Cuneo
«Ragazzi, fate gli operai» (creativi), la lettera del presidente Confindustria Cuneo Foto: Shutterstock

CUNEO - Partiamo da un concetto molto semplice: pensare all’operaio di oggi non significa pensare al modello del lavoratore sfruttato degli anni ’60. Anche perché da affrontare c’è la grande rivoluzione dell’Industria 4.0, perno - nei prossimi anni - della nostra economia nazionale (e internazionale). Laddove Industria 4.0 non è vista solo come impiego di nuove tecnologie, ma soprattutto come interpretazione di un nuovo modello organizzativo di fabbrica che deve rispondere a nuove esigenze di mercato. E oggi, di fronte a una disoccupazione giovanile dilagante nel nostro Paese, è necessario indirizzare i giovani. Soprattutto alla luce di un fatto: non mancano posti di lavoro, ma persone che abbiano le competenze per occuparli. Ed è così che Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo, ha scritto un messaggio alle famiglie che si apprestano a iscrivere i loro figli alle scuole superiori.

Se mancano competenze è (anche) colpa dei genitori
Una scelta importante, dalla quale dipenderà gran parte del futuro lavorativo dei figli, «ma che spesso viene fatta dando più importanza ad aspetti emotivi e ideali, piuttosto che all’esame obiettivo della realtà. Quella realtà, tuttavia, che si imporrà in tutta la sua crudezza negli anni in cui il vostro ragazzo cercherà lavoro ed incontrerà le difficoltà che purtroppo toccano i giovani che vogliono inserirsi nel mondo produttivo». Un concetto già sviscerato in questo articolo (anche se su concetti diversi), in cui Marco Taisch, professore ordinario del Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, accusava i genitori di essere responsabili del gap di competenze digitali nel nostro Paese perché «spingono i giovani verso scuole e professioni che oggi non servono più».

Ciò che oggi serve, invece, è osservare e comprendere le esigenze di mercato. Lo dice a chiare lettere Mauro Gola. «Riteniamo che la cosa più giusta da fare sia capire quali sono le figure che le nostre aziende hanno intenzione di assumere nei prossimi anni e intraprendere un percorso di studi che sbocchi in quel tipo di professionalità. Nel 2017 le aziende cuneesi nel loro complesso, presi in considerazione industria, artigianato, commercio, agricoltura e servizi, hanno dichiarato di assumere circa 40.000 nuovi lavoratori. Di questi, il 38% sono operai specializzati, il 36% tecnici specializzati nei servizi alle aziende, il 30% addetti agli impianti e ai macchinari».

Le figure professionali che mancano
Secondo un’indagine di Confindustria Cuneo, nel territorio della «Granda», i candidati che mancano sono ingegneri industriali (55% di richieste disattese), architetti (77,7%), chimici (76%) e informatici (54,2%). Ma la vera grande necessità, ribadisce Gola, sono gli operai specializzati, ovvero persone che abbiano competenze tecniche, creatività e manualità. Insomma, non stiamo parlando dell’operaio degli anni ’60, che bolla il cartellino alle 6.00 del mattino e per 8 ore svolge ripetutamente lo stesso lavoro (anche perché a farlo ci sono e ci saranno presto i robot). L’Industria 4.0, infatti, si basa su un nuovo concetto di manualità: se la tecnologia 4.0, serve a introdurre strumenti sempre più efficaci per rispondere alla duplice esigenza di velocità e prodotto assolutamente «su misura», restano gli uomini a dover utilizzare questi strumenti: gli uomini con la loro curiosità, creatività e un nuovo approccio nell’affrontare il proprio lavoro.  

«Il nostro dovere è quello di evidenziarvi questa realtà. Perché queste sono le persone che troveranno subito lavoro una volta terminato il periodo di studi - scrive ancora Mauro Gola -. E il vostro atteggiamento (rivolgendosi ai genitori, ndr.) lo potrete definire squisitamente razionale, ma che sicuramente denota RESPONSABILITA’, sia nei confronti dei nostri figli, che del benessere sociale e del nostro territorio».