24 aprile 2024
Aggiornato 06:00
foodtech

Blu1877, il nuovo fondo di Barilla per sostenere l'innovazione alimentare

In occasione dei 140, Barilla lancia Blu1877, un po' fondo, un po' innovation hub. Per sostenere l'innovazione alimentare

Blu1877, il nuovo fondo di Barilla per sostenere l'innovazione alimentare
Blu1877, il nuovo fondo di Barilla per sostenere l'innovazione alimentare Foto: Shutterstock

PARMA - Sostenere l’innovazione alimentare, acquisendo il know how da chi la cucina l’ha vista cambiare negli anni. Lì dove farina, uova e acqua, si uniscono formando la principale fonte di sostentamento del nostro paese si guarda al futuro e si immagina già la rivoluzione. Nella sconfinata pianura, granaio d'Italia, le mani sapienti e le braccia forti della signora Emilia che ha cresciuto i suoi quattro figli a tortelli e brodo caldo, nelle fredde e nebbiose giornate invernali, potrebbero essere sostituite presto dalla precisione meticolosa di una stampante 3D.

Da 140 anni la pasta italiana è avvolta dal blu profondo del cielo, spezzato dal bianco e rosso di un logo che sa di casa; e Victoria Spadaro Grant, CTO del gruppo Barilla e CEO e presidente di Blu1877, sta lavorando perché lo sia anche in futuro.

Un'azienda che rappresenta l'italianità nel mondo, sta dando dimostrazione di come l'evoluzione, anche del più fermo degli stereotipi, per sopravvivere, deve passare dall'innovazione. In occasione appunto dei 140 anni, Barilla lancia Blu1877 un ibrido a metà tra un fondo e un innovation hub, un polo d'innovazione a 360 gradi tutto incentrato sul cibo. Non solo meri finanziamenti, ma la reale possibilità per gli innovatori di accedere a un impianto pilota dell'azienda, dove possono acquisire nuovi concetti alimentari e sperimentare piccole serie di produzione in lotti, oltre a una rete virtuale di consulenti e altri acceleratori alimentari e tecnologici. Una strategia di cui le startup italiane hanno estremamente bisogno. Queste, infatti, non necessitano solo di investimenti, ma anche di tutta la strumentazione e le competenze che aziende corporate come Barilla possono fornire.

Non sarà reso noto l'ammontare del fondo, che comunque ha l'obiettivo di stimolare l'innovazione nell'approccio alla produzione alimentare, ma gli investimenti sono rivolti principalmente a realtà in fase di seed.

La signora Emilia vedrà la sua sapienza trasmessa a una macchina, grazie magari proprio alle capacità del proprio figlio, ingegnere informatico, in grado di tradurre le carezze della mano calda di una madre in codici che permettano di donare alle generazioni future quell'amore per anni e anni trasmesso solo grazie al costante impegno di massaie che impastavano gomito a gomito per sfamare paesi interi. Vivere all'intersezione tra le tecniche di cibo intelligente e le tendenze future dei consumatori sono metodi per trasformare le normali tagliatelle in meraviglie 3D che deliziano l'occhio e solleticano il palato, ma che guardano anche all'esigenze del nostro pianeta.

I ricercatori del MIT hanno sviluppato dischi a base di gelatina che si separano e assumono forme tridimensionali simili agli origami quando sono stati rinchiusi in acqua calda o brodo. Non solo queste creazioni sono divertenti da mangiare, ma hanno anche lo scopo pratico di risparmiare spazio durante il trasporto a dettaglianti e consumatori, e una volta cotti e ripresa la canonica forma, sono pronti ad assolvere alla loro funzione più bella, accogliere il sugo.

«Abbiamo fatto alcuni calcoli semplici, come ad esempio per dei particolari formati di pasta, e anche se la impacchettate perfettamente, vi ritroverete ancora con il 67 per cento del volume come aria - ha dichiarato Wen Wang, scienziato del MIT -. Abbiamo pensato che forse in futuro il nostro cibo che cambia forma potrebbe essere confezionato piatto e risparmiare spazio».


Nel 2016, al CIBUS International Food Exhibition, Barilla ha presentato un prototipo funzionante di stampante pasta in grado di realizzare quattro diverse forme, ciascuna in meno di due minuti. Il dispositivo, costruito in collaborazione con l'organizzazione olandese per la ricerca scientifica applicata (TNO) utilizza cartucce di pasta precompattata caricate con semola di grano duro e acqua. Gli estrusori su misura forniscono il prodotto finale.

In occasione dell'evento del 2016, Fabrizio Cassotta, Pasta Innovazione Barilla, Paste Pronte e Smart Food Manager, ha spiegato a 3ders.org: «Basta caricare le cartucce di pasta nella macchina e questo è tutto. Ci vogliono solo pochi minuti: si sceglie la forma della pasta desiderata e i dati vengono inviati alla stampante che materializza la pasta pronta per la cottura, a forma di cubi, lune, rose o molte altre forme. Mai visto prima d'ora forme di pasta fatta con i nostri ingredienti preferiti», dice. Le forme prefabbricate possono essere selezionate utilizzando un tablet o uno smartphone.

Quindi diversi concetti di applicazione ad uno degli alimenti più utilizzati per sfamare il pianeta che protrebbero davvero cambiare buona parte dell'approccio all'alimentazione.