20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
futuro

L'Intelligenza Artificiale causerà la guerra. Sì, ma tra i poveri (che saranno sempre più)

L'Intelligenza Artificiale contribuirà a creare una maggiore disparità tra chi possiede gli algoritmi e chi viene espulso dall'ecosistema tecnologico

L'Intelligenza Artificiale causerà la guerra
L'Intelligenza Artificiale causerà la guerra Foto: Shutterstock

MILANO - In questi giorni si sente sempre più spesso parlare di Intelligenza Artificiale. Una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare e causare la Terza Guerra Mondiale. Ne abbiamo letto tutti, su vari quotidiani nazionali e non, allarmati, sconcertati dalle parole di Elon Musk e di Putin, sul fatto che la nazione che riuscirà a sviluppare la migliore Intelligenza Artificiale, potrà governare, di fatto, il mondo.

Chi prevede il futuro potrà controllarlo
Affermazione non lontana dalla realtà, almeno non da quella che potrà svilupparsi nell’arco dei prossimi 5-10 anni, dove l’analisi dei Big Data avrà proprio l’obiettivo di formulare delle previsioni più o meno reali di ciò che potrà accadere. La nazione che svilupperà la migliore intelligenza artificiale, sarà in grado di ‘prevedere il futuro’ e agire prima che questo si verifichi, potrebbe effettivamente impugnare le redini del mondo e governarlo a suo piacimento. A prescindere dalle immagini di guerre apocalittiche di cui siamo spesso vittime. Le nazioni in corsa sono quelle che stanno cercando di studiare e sviluppare i migliori algoritmi, la Cina (che ha dichiarato di voler diventare leader globale dell’AI entro il 2030), gli Stati Uniti e, ora, anche la Russia. E non c’è dubbio che in questa partita un ruolo lo possa giocare anche la Corea del Nord, se di guerra militare vogliamo parlare.

L’aumento della povertà
C’è, tuttavia, un altro aspetto, forse socialmente più importante, che potrebbe portare a una spaccatura sempre più netta e profonda tra la popolazione mondiale e che potrebbe, in uno scenario futuro, porre le basi per un conflitto. L’ascesa della classe ‘inutile’. Il nostro destino, infatti, potrebbe essere molto peggio di una ‘semplice’ guerra dominata da robot. L'AI ridisegnerà il concetto di lavoro e come si crea ricchezza, creando delle diseguaglianze economiche senza precedenti, alterando - inoltre - l’equilibrio globale del potere. Secondo l’inequality.org, «gli individui più ricchi del mondo, quelli che possiedono oltre 100mila dollari di beni, sono solo l’8,1% della popolazione globale, ma possiedono l’84,6% della ricchezza». E questa disparità in USA è almeno due volte superiore rispetto al resto del mondo. E se associamo agli USA l'avanzata dello sviluppo tecnologico, è facile intuire come proprio la tecnologia rappresenti lo strumento per creare nuova ricchezza. E quindi, nuova povertà.

La classe inutile
Secondo Yuval Noah Harari, docente presso l' Università ebraica di Gerusalemme, molte persone saranno, di fatto, espulse dal mondo. Secondo questo studioso, l’ascesa della ‘classe inutile’ è vista come una delle minacce più terribili del 21° secolo. Più l’intelligenza artificiale diventa intelligente, più gli uomini restano fuori dal mercato del lavoro. Nessuno sa cosa studiare, perché nessuno sa quali competenze imparate oggi saranno rilevanti domani. Prima che saremmo capaci di accorgercene, miliardi di persone saranno diventate inutili, non per caso, ma per definizione. «Gli AI stanno cominciando a superare gli esseri umani nel campo cognitivo. E mentre emergono nuovi tipi di posti di lavoro, non possiamo essere sicuri - dice Harari in un’intervista a The Guardian - che gli esseri umani li faranno meglio di AI, computer e robot. Scelgo questo termine molto sconvolgente, inutile, per sottolineare il fatto che stiamo parlando di inutile dal punto di vista del sistema economico e politico, non dal punto di vista morale. Le strutture politiche ed economiche moderne sono state costruite sugli esseri umani utili allo Stato: soprattutto come lavoratori e soldati. Con i ruoli assunti dalle macchine, i nostri sistemi politici ed economici semplicemente smetteranno di dare molto valore agli esseri umani».

Una guerra tra poveri
In questo scenario, anche se il popolo non può più provvedere allo Stato, lo Stato potrebbe comunque provvedere a loro, anche se la questione del reddito di base è piuttosto dibattuta, al momento. Ciò che potrebbe essere ancora più difficile, però, è dare un senso alle persone, un motivo per alzarsi al mattino. Per chi non si rallegra nella prospettiva di un mondo post-lavorativo, la soddisfazione sarà una merce da pagare: stati d’animo controllati dalla droga, eccitamento e relazioni non più nel mondo esterno, ma nella realtà virtuale. Di fatto, l’Intelligenza Artificiale potrebbe quindi creare un popolo di adepti, aumentando la povertà, dove il potere è incentrato nelle mani di pochi eletti, a prescindere dalle armi. Quali? Coloro che sono capaci di sviluppare algoritmi sempre più intelligenti e coloro che avranno i soldi per acquistarli. E’ o non è questa, la base per una guerra? Tra poveri?