19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
premio gammadonna

Enrica (Orange Fiber): «Alle donne dico: fate rete contro gli stereotipi»

Per questa edizione del Premio GammaDonna racconteremo le storie di chi ha partecipato e vinto nelle scorse edizioni, per dare valore alle donne

TORINO - Nonostante le battaglie compiute negli anni il divario salariale tra uomo e donna resta ancora piuttosto elevato. Secondo la ricerca di Accenture, a livello mondiale, per ogni 140 dollari guadagnati da un uomo, una donna ne guadagna mediamente 100. Uno squilibrio aggravato dal fatto che, rispetto agli uomini, le donne hanno una probabilità di gran lunga inferiore di ottenere un lavoro retribuito (50% vs. 76%). E’ per far leva sull’imprenditoria femminile, infatti, che nascono contest come il Premio GammaDonna, giunto quest'anno alla nona edizione, volti a sostenere soprattutto quelle imprenditrici che, pur tra le mille sfide e insidie, riescono a portare a termine un progetto, creando un’impresa e valore aggiunto per la nostra economia. Per questa edizione abbiamo deciso di fare un passo indietro e raccontare la storia di quelle donne che hanno partecipato al contest negli scorsi anni e che, grazie a GammaDonna, hanno visto fiorire un’ampia rete di contatti che si sono dimostrati in molti casi determinanti per il successo del loro business. Perchè essere donna è un plus.

Come partecipare al Premio GammaDonna »

Il bollino di qualità
Adriana Santanocito ed Enrica Arena, con Orange Fiber sono state le vincitrici della sesta edizione del Premio GammaDonna, nel 2014. Una startup che sviluppa tessili innovativi per la moda, partendo dagli scarti e dai sottoprodotti dell’industria agrumicola attraverso processi innovativi che rendono possibile l’estrazione di cellulosa da scarti agrumicoli e nanotecnologie che fissano oli essenziali di agrumi ai tessuti. Un progetto, se vogliamo, anche etico oltre che puramente commerciale. Un’idea che Enrica e Adriana hanno sviluppato anche insieme al Politecnico di Milano con il quale hanno avviato le fasi della ricerca. Tanti i premi vinti oltre a GammaDonna, il Changemakers for Expo, iniziativa promossa da Telecom con Expo2015,  e poi il finanziamento di Trentino Sviluppo. Un progetto cresciuto talmente tanto da essersi trasformato recentemente anche in una partnership con Salvatore Ferragamo per una nuova linea di abbigliamento. «Abbiamo vinto il contest quando eravamo ancora in una fase embrionale della nostra startup - ci racconta Enrica -. Entrare nel network di GammaDonna ci è servito soprattutto per aumentare la nostra credibilità sul mercato, come se in qualche modo il premio fosse un bollino di qualità e di garanzia che stavamo facendo bene ed eravamo sulla strada giusta».

L’interazione
Ma non solo. L’Associazione GammaDonna presieduta da Mario Parenti e gestita dai figli Valentina e Marco insieme al loro team, è riuscita - nel tempo - a mettere in piedi una copiosa rete di imprenditori, investitori e business agels. Un network importante con cui le startup possono confrontarsi e trarre sostegno. «L’evento ci ha dato peraltro molta visibilità mediatica - continua Enrica - ma devo dire che l’aspetto più interessante è costituito dal network. Imprenditori navigati pronti a dispensare consigli e a indirizzare i giovani team magari verso strade che non avevano pensato di percorrere. L’interazione è stata importante anche per ampliare la nostra visione sul futuro. GammaDonna è un premio che ti dà la possibilità di confrontarti, di metterti in gioco e di fare rete, di conoscere quelle donne che come te combattono gli stereotipi tutti i giorni. Ti fa sentire che ce la puoi fare, che sei sul binario giusto».

Dopo il Premio GammaDonna
Dopo aver partecipato a GammaDonna, la via, per Organge Fiber, si di molto spianata. Nel 2015 Enrica e il suo team sono riusciti ad aprire un impianto pilota in Sicilia per la trasformazione degli scarti agrumicoli, mentre a inizio 2016 hanno lanciato i primi prototipi sul mercato che hanno avuto da subito molto successo. Il ciclo di produzione del tessuto di Orange Fiber parte dalla Sicilia dove vengono lavorati gli scarti degli agrumi. La cellulosa viene spedita in Spagna dove viene filata. Le bobine arrivano a Como dove vengono realizzati i tessuti. La scelta di Adriana ed Enrica è caduta sulla città lariana per via dello storico know how della lavorazione della seta, visto che il loro filato è molto simile come aspetto e consistenza. Il lavoro fatto su quella che è diventata una vera e propria azienda ha permesso al team di avvicinarsi sempre di più al mondo del fashion e della moda, tanto che lo scorso aprile è stata lanciata una linea di abbigliamento con Salvatore Ferragamo. La Orange Fiber Capsule Collection è impreziosita dalle stampe originali di Mario Trimarchi, architetto e designer, Compasso d’Oro 2016, e dalla sua interpretazione dello scenario mediterraneo. «Alle donne dico: non siamo sole e saperlo può dare quella spinta in più per portare a termine un sogno».