20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
il recupero delle tradizioni

Coinvolgere e appassionare, come Mulinum raccoglie 1 mln con la community

Dopo i 500mila euro raccolti lo scarso anno tramite Facebook, ora il crowdfunding punta a un milione di euro. Obiettivo? Esportare la struttura costruita in bioedilizia (con tanto di macine di pietra in commercio dal 1800) in Toscana

SAN FLORO - Basta dare un’occhiata alla sua pagina Facebook per capire che lui la community è riuscita a crearsela davvero. Vuoi che quando si parla di cibo e di tradizione (forse) è un po’ più semplice. Vuoi che lui, Stefano Caccavari, CEO di Mulinum, la community l’ha saputa conquistare, emozionare, appassionare e coinvolgere. Quattro concetti che poi fanno la differenza quando devi raccogliere fondi in ottica crowdfunding.

Il Mulinum per recuperare grani antichi
Il suo un progetto è rivoluzionario. Lo avevamo intervistato lo scorso agosto quando ci aveva raccontato della sua Mulinum, startup che punta a recuperare i mulini in pietra naturale della Calabria e produrre farina di grano per produrre pizza e pane come facevano le nostre bis nonne. Salvare la Calabria, salvare le tradizioni di un tempo che identificano il nostro territorio e ci distinguono. Una sfida importante non solo per Stefano, che di esperienza alle spalle ne aveva già, ma per tutta la regione e per l’innovazione della nostra Penisola che in Mulinum ci ha creduto eccome. L’idea di Stefano è geniale. E raccoglie subito il consenso del popolo di Facebook: «Tutto è partito il 14 febbraio 2016 quando sul mio Facebook ho pubblicato l'annuncio che ha fatto il giro del mondo ‘Salviamo l'ultimo mulino a pietra della Calabria’ - ci aveva raccontato Stefano -. Dopo poche ore il mio appello ha iniziato a fare il giro del web e i primi soci investitori si sono messi in contatto. Sicuramente la comunità del mio progetto Orto di Famiglia San Floro ha dato il grosso del contributo, ma il web ha fatto la differenza».

Una community fatta di veri fan
Da quel giorno Stefano di strada ne ha fatta. Nel Mulinum di San Floro, inaugurato a gennaio scorso, si produce prima di tutto la farina, per poi realizzare pane, pasta, pizza, dolci. E la farina poi viene venduta o spedita a chi faccia richiesta. E chi produce prodotti con la farina di Mulinum è una vera e propria community. La pagina Facebook di Stefano e di Mulinum è intrisa di fotografie, commenti, complimenti e ringraziamenti. Se produci un dolce con la farina di Mulinum, la prima cosa che fai è postare una foto su Facebook, targando, condividendo, commentando. In questo modo, in modo totalmente virtuale, il progetto viene condiviso da migliaia di persone. Migliaia di persone che si appassionano, amano e gioiscono insieme alla community. E diventa naturale farlo, far saper che si sta facendo parte di qualcosa di grande.

Un crowdfunding da 1 milione di euro
E questa community è pronta a dare il proprio contributo per Mulinum, per sentirsi parte di qualcosa di bello, che fa bene, che riporta alla luce tradizione, sapore e qualità. Ed è per questo che dopo i 500mila euro raccolti lo scarso anno tramite Facebook, ora il crowdfunding punta a un milione di euro. Obiettivo? Esportare la struttura costruita in bioedilizia (con tanto di macine di pietra in commercio dal 1800) in Toscana e recuperare antiche varietà di grano come il Verna, a basso contenuto proteico. All'inizio per partecipare all'impresa era possibile acquistare piccole quote, ora si parte da mille euro. La media dei versamenti è di 5mila ma molti superano anche i 10mila. Dentro i progetto anche diverse aziende biologiche che mettono a disposizione 2mila ettari di terreno. Sarà che siamo in Italia che con la qualità ci andiamo a nozze, ma il recupero dei grani pregiati e antichi è molto sentito nella nostra Nazione. E il successo riscosso da Mulinum lo dimostra.

I prodotti di Mulinum
E lo dimostrano anche i numeri. Il Mulinum di San Floro sforna 100 pani di Brunetto al giorno, proprio come si faceva una volta. Oltre 250 gli ettari che sono lavorati dagli agricoltori coinvolti nel progetto e anche gli impastatori, due italiani cuochi a Londra che sono ritornati in patria per lavorare con Stefano. Ma non solo. Stefano ha saputo coinvolgere tutte le generazioni, anche i più piccoli attraverso delle giornate educative al Mulinum dove le scolaresche possono mettere le mani in pasta come si suol dire e riscoprire le tradizioni antiche. Tra i progetti anche quello di aprire un Mulinum che produca farina gluten free.

Condividere, appassionare, coinvolgere
Condividere, appassionare, coinvolgere. Stefano racconta che non solo le aziende sono disposte a dare il loro contributo, ma anche i suoi clienti, persone dall’altra parte del mondo che sentono la necessità di contribuire davvero a un progetto che magari gli ricorda parte della loro infanzia, che riaccende sensazioni nascoste, o semplicemente perché si tratta di un progetto per fare del bene, che parte della terra, dalle radici che ognuno di noi, in fondo, per quanto nomade, ha. E sono questi i concetti alla base di ogni campagna di crowdfunding. Amare, appassionare, coinvolgere. Un fantastico modo, inclusivo e democratico, per realizzare i sogni oggi, in questa epoca moderna e digitale dove Internet rappresenta lo strumento più potente e meritocratico che abbiamo a disposizione. Se ci crediamo.