20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
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Mulinum, la startup che salva i mulini della Calabria per produrre pane bio

Salvare i mulini in pietra della Calabria per produrre pane e dolci biologici. L'idea di Stefano Caccavari che ha creduto nella sua terra e ha realizzarto una campagna di crowdfunding da record

SAN FLORO - Quando innovare non significa necessariamente avviare una startup disraptive e sconvolgere il mercato, ma semplicemente sfruttare quello che già abbiamo a disposizione per dargli una nuova luce. E se siamo in Italia diventa tutto più semplice, perché il patrimonio naturale, artistico e culinario ce l’abbiamo e non dobbiamo dimenticarlo. Come ha fatto Stefano Caccavari, 28 anni, imprenditore di San Floro che ha realizzato, per la sua startup, un record mondiale nella campagna di equity crowdfunding. Stefano è il CEO di Mulinum, startup che punta a recuperare i mulini in pietra naturale della Calabria e produrre farina di grano per produrre pizza e pane come facevano le nostre bis nonne.

Salvare i mulini della Calabria
In una terra come quella della Calabria, dove non è presente - a oggi - alcuna filiera di biologica dei grani e gli agricoltori sono costretti a macinare fuori regione per rispettare il metodo biologico, l’idea di Stefano è geniale. «Considerato che a San Floro ci sono 9 mulini a pietra naturale - ci racconta Stefano - allora era doveroso recuperarne almeno uno e servire la Calabria e l'Italia intera. Mulinum San Floro è un casale in bio edilizia dove per la prima volta al mondo dentro un Mulino bio il grano diventa farina e poi la farina viene trasformata nei forni in prodotti come pizza, pane e dolci rustici.  E' l'idea del Mulino dove puoi mangiare i prodotti da forno più buoni e naturali del mondo».

La campagna di crowdfundig da record
Salvare la Calabria, salvare le tradizioni di un tempo che identificano il nostro territorio e ci distinguono. Una sfida importante non solo per Stefano, che di esperienza alle spalle ne aveva già, ma per tutta la regione e per l’innovazione della nostra Penisola che in Mulinum ci ha creduto eccome. Già, perché la campagna di equity crowdfunding ha sfondato tutti i record ed è partita da Facebook. «Tutto è partito il 14 febbraio 2016 quando sul mio Facebook ho pubblicato l'annuncio che ha fatto il giro del mondo ‘Salviamo l'ultimo mulino a pietra della Calabria’ - continua Stefano -. Dopo poche ore il mio appello ha iniziato a fare il giro del web e i primi soci investitori si sono messi in contatto. Sicuramente la comunità del mio progetto Orto di Famiglia San Floro ha dato il grosso del contributo, ma il web ha fatto la differenza». Sì, ma perché proprio Facebook? «Ho scelto Facebook perchè è il mezzo più veloce oggi per parlare con persone che hanno interessi simili ai miei, non ho nemmeno pensato di utilizzare le piattaforme dedicate perché se fai un annuncio e poi presenti la tua idea di impresa anche Facebook può bastare, e il nostro progetto è la prova».

«Dopo aver preso il primo contatto - racconta Stefano - ho organizzato diverse riunioni con i soci e appuntamenti, ho stilato un semplice business plan e piano economico per dare concretezza all'idea e tutti i miei soci presi dalla voglia di fare qualcosa di buono e di utile, spinti dalla mia reputazione imprenditoriale hanno subito firmato gli assegni, in meno di 90 giorni siamo arrivati alla cifra record di 101 soci e 500mila euro di capitale raccolto, il record mondiale per un'operazione del genere».

Una catena di Mulini
Ma i progetti di Stefano non si fermano qui. Stefano punta in grande e vuole espandersi creando una catena di Mulini in tutta la Penisola, con lo stesso format. «Mulinum è un prototipo di come ho immaginato il futuro, un casale in bio edilizia dove si può osservare l'intera filiera del grano e scoprire come funziona un mulino a pietra e come avviene il miracolo dei prodotti lievitati - continua Stefano - Immaginate lo stupore di vedere per la prima volta la lievitazione del pane o della pizza, dove la farina pochi minuti prima era grano dorato. Siamo una filiera e un'attività trasparente, è questo che ci premia».

La volontà fa la differenza
Stefano ha creduto nella sua terra e nelle opportunità che essa può dare, specie nel campo dell’agroalimentare dove continuiamo a rimanere leader. Lo stesso Purassanta di Microsoft in una nostra intervista di qualche mese fa, elogiava il Made in Italy, invogliando le aziende a credere, prima di tutto, nel nostro Paese. Proprio come ha fatto Stefano: «Se una persona ha lo spirito imprenditoriale può lavorare in Italia, in Calabria, oppure può lavorare in paesi emergenti o maturi, non c'è differenza, la volontà fa la differenza, non le circostanze esterne». E poi un consiglio, perché fare startup non è una passeggiata, ma neanche un’impresa impossibile da realizzare: «Trovate un problema che le persone hanno, nel nostro caso la sicurezza di mangiare farina di qualità e prodotti da forno genuini, risolvetelo offrendo la migliore soluzione che trovate, unite idee, trovate persone più competenti di voi, proponete un piano sostenibile, tutte le risorse del mondo si troveranno strada facendo».