18 agosto 2025
Aggiornato 02:30
cyber security

La guida per sicurezza online e uso consapevole dei social

Il vademecum, ispirato a un testo canadese, ha l'obiettivo di suggerire agli utenti della Rete gli strumenti per tutelare la propria identità virtuale, prevenire rischi e pericoli del web

La guida per sicurezza online e uso consapevole dei social
La guida per sicurezza online e uso consapevole dei social Foto: Shutterstock

ROMA - "Pensa prima di condividere». E' la guida per la sicurezza on-line e per un uso consapevole dei social media, realizzata dal ministero della Giustizia - Dipartimento per la giustizia minorile -, in collaborazione con Facebook Italia e con l'Istituto di formazione sardo, e presentata oggi nella sede del Museo criminologico di Roma dal guardasigilli, Andrea Orlando e dalla responsabile Relazioni Istituzionali di Facebook Italia, Laura Bononcini.

Il vademecum, ispirato a un testo canadese, ha l'obiettivo di suggerire agli utenti della Rete gli strumenti per tutelare la propria identità virtuale, prevenire rischi e pericoli del web e fenomeni come il cyber-bullismo o comportamenti deviati online. "Si tratta di un'iniziativa che consente al ministero di fare un lavoro non solo sanzionatorio ma anche di prevenzione", ha detto Orlando sottolineando che questa "utile" guida aiuta a tutelare "non solo i nostri ragazzi ma anche gli adulti dai social media che se non utilizzati correttamente possono avere un impatto devastante sull'identità dei singoli individui".

La Rete e i social, ha proseguito il ministro, "sono una dimensione nella quale si svolge una parte importante della vita delle persone e come in tutti gli ambiti è necessario avere una serie di precauzioni, di accortezze, anche di capacità di moderazione, per evitare di produrre danni, lesioni, creare vittime, ne più ne meno come avviene in una piazza in una strada, in un'aula scolastica".

Orlando ha spiegato che "non si tratta di ipotizzare nuove forme di reato, nuovi vincoli, ma di condividere questo sistema di precauzioni». In questo senso "è importante quello che può fare l'istituzione pubblica ma è importante anche quello che possono fare le piattaforme che gestiscono i social e che sono in grado di contenere e orientare i comportamenti", ha aggiunto.

Secondo il ministro, per contrastare le campagne d'odio e di discriminazione che spesso vengono veicolate sui social media "non basta l'intervento di una procura, occorre che siano affrontati e rimossi con l'intervento di chi gestisce la piattaforma e la circolazione di queste informazioni", ha spiegato Orlando. "Questo è un passo cui si sta tendendo ma al quale non siamo ancora arrivati perché le piattaforme ritengono che sia un costo eccessivo ma noi crediamo che questo costo vada sostenuto se si vuole davvero che i social media non diventino uno strumento per alimentare fenomeni gravi di discriminazione e forme di terrorismo", ha aggiunto.