Cambiamenti climatici, mai così allarmanti
Nel video «Earth» realizzato da Stefano Sbrulli il risultato dei cambiamenti climatici che, negli ultimi anni, stanno incrementando a una velocità da record. E' necessario intervenire
ROMA - Deforestazione, sviluppo smodato degli agglomerati urbani, cemento, navi petrolifere che colano a picco rilasciando negli oceani liquidi altamente tossici in grado di distruggere flora e fauna marina. In un video di pochi minuti - realizzato da Stefano Sbrulli - il risultato dei cambiamenti climatici con il globo che sempre più diventa cubo e oscuro.
Cambiamenti climatici: velocità da record
Le frasi effetto serra, innalzamento dei mari, scioglimento delle calotte polari e desertificazione da tempo risuonano nella nostra testa, bombardano le discussioni in classe o i temi trattati durante numerose conferenze. Ciò che non sappiamo, però, è che il ritmo del cambiamento climatico sta subendo un’impennata allarmante. Lo ha affermato l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) delle Nazioni Unite nel report «Status of the Global Climate». Il 2015 è stato un anno record, in particolare per la temperatura registrata, che ha superato i massimi storici, e per i cicloni tropicali che hanno evidenziato un’attività piuttosto insolita. «La velocità allarmante del cambiamento che stiamo vedendo nel nostro clima, come risultato delle emissioni di gas serra, è senza precedenti - ha detto il segretario generale del Wmo Petteri Taalas -. Oggi la Terra è già di un grado centigrado più calda rispetto all'inizio del ventesimo secolo. Siamo a metà strada verso il raggiungimento della soglia critica dei 2 gradi. I piani nazionali contro il cambiamento climatico adottati finora potrebbero non essere sufficienti - ha evidenziato Taalas - per evitare un aumento della temperatura di 3 gradi, ma siamo in grado di scongiurare gli scenari peggiori con misure urgenti e di vasta portata per tagliare le emissioni di anidride carbonica». I segnali sono chiari e devono essere recepiti dai leader mondiali: è in gioco il nostro futuro.
L’Italia contro il cambiamento del clima
Lotta al cambiamento climatico e ai suoi disastrosi effetti. E’ questo il tema della conferenza "Fighting Climate Change" organizzata ieri al Palazzo di Vetro dalla Missione Permanente Italiana presso le Nazioni Unite. Alla presenza di numerose realtà italiane (CAE, Consorzio Venezia Nuova, ENEL Green Power, Eni, Telespazio-Finmeccanica), sono stati presentati sei progetti innovativi e svariati spunti di riflessione sul contrasto alla progressiva "tropicalizzazione" del clima. Un impegno in cui l'Italia appare schierata in prima fila. «Il cambiamento climatico può seriamente compromettere l'Italia: si tratta infatti di un territorio con una biodiversità molto importante. Dobbiamo promuovere un approccio pragmatico per contrastare questo pericolo", con queste parole ha dato il via ai lavori Sebastiano Cardi, ambasciatore italiano alle Nazioni Unite. In particolare, Lise Kingo, capo di UN Global Impact ha elogiato il nostro Paese per l'impegno profuso in questa direzione. Si è poi detta molto soddisfatta di Cop21, l'intesa siglata a Parigi per la lotta al cambiamento climatico: un sforzo che, secondo Kingo, dovrebbero portare avanti non solo i governi ma anche le aziende private. Soltanto in questo modo potremo avere un futuro veramente sostenibile. In tal senso, ha chiosato Kingo, «vorremmo che partecipasse a questo impegno tutta la comunità dei business leader».
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