20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
La guerra tra web e app

Editori USA divisi tra Google e Apple

Il New York Times racconta la storia di alcuni editori di magazine che hanno deciso di schierarsi da una o dall'altra parte della barricata. I 2 colossi spingono in direzioni opposte. Obiettivo? Più denaro

NEW YORK - Da una parte c'è Google che vorrebbe creare un Internet fatto solo di siti web, così da poter aumentare i suoi guadagni con la pubblicità. Dall'altra c'è Apple che invece spinge per la creazione di infinite applicazioni in modo da mantenere i suoi utenti all'interno del suo ecosistema. In mezzo ci sono i produttori di contenuti per il web che nei prossimi anni dovranno decidere da che parte stare.

Il New York Times racconta la storia di alcuni editori di magazine che hanno deciso di schierarsi da una o dall'altra parte della barricata. Tra questi c'è Atavist Magazine, una pubblicazione online di lunghi reportage (tra le 10.000 e le 20.000 parole), che ha scelto di chiudere la sua applicazione, anche se aveva un buon seguito. Per i vertici del magazine lavorare sia per il web che per l'applicazione rappresentava uno spreco enorme di tempo. E così il gruppo ha deciso di scommettere su Google.

Dall'altra parte della barricata invece c'è chi continua a puntare sulle app che tuttavia hanno costi molto più alti di un sito web. Ma nascondono un punto di forza: secondo un recente studio di Goldman Sachs gli americani passano il 60% del loro tempo online su applicazioni, il 30% sul pc e il 9% sul web per dispositivi mobile.

Ma la spinta di Google potrebbe portare a un profondo cambiamento del panorama nei prossimi anni. Per il colosso di Mountain View l'obiettivo principale è spingere per un web aperto e gratuito in modo che aumentino le ricerche sul motore di ricerca e con esse la pubblicità. Apple invece lotterà per non far perdere terreno alle applicazioni, visto che il suo scopo è quello di vendere il maggior numero di iPhone e di far sì che gli utenti usino per la maggior parte del tempo iOS e non il web per i cellulari.