28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Spazio | Missione Rosetta

Il modulo «Philae» ha esaurito le batterie

Il lander dovrebbe entrare in «ibernazione» fino a che non riceverà sufficiente energia solare per poter «risvegliarsi»; tuttavia, il lavoro svolto dal modulo sulla cometa 67P/CG è «completato all'80%» e i risultati «straordinari». L'astronomo del Papa: «Siamo polvere di stelle»

TOLOSA - Il modulo «Philae» dovrebbe spegnersi per mancanza di energia verso la mezzanotte ora italiana: lo ha dichiarato all'Agence France Presse Philippe Gaudon, responsabile del progetto «Rosetta» presso il Centro Nazionale di Ricerche Spaziali (Cnes) di Tolosa.
Il lander dovrebbe poi entrare in «ibernazione» fino a che non riceverà sufficiente energia solare per poter «risvegliarsi»; tuttavia, il lavoro svolto dal modulo sulla cometa 67P/CG è «completato all'80%» e i risultati «straordinari».
Il lander ha effettuato una trivellazione della superficie della cometa, ma non è ancora chiaro se rimanga sufficiente energia nella batterie per poter effettuare la trasmissione dei dati delle analisi effettuate sui campioni.

L'astronomo del Papa: siamo polvere di stelle - «Noi siamo parte dell'universo. Dobbiamo pensare che gli atomi dei nostri corpi una volta sono stati all'interno delle stelle, poi, queste stelle sono esplose, si sono formate altre stelle e così via: il nostro sole, i pianeti, così che noi siamo parte del nostro universo. Come diceva Carl Sagan, questo famoso astronomo agnostico: 'Noi siamo polvere di stelle'». Il gesuita José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, commenta così, ai microfoni di Radio Vaticana, l'arrivo della sonda Philae, sganciata dalla sonda madre Rosetta, su una cometa.
«Io direi che noi, sì, siamo polvere di stelle ma con questo soffio divino, siamo creature di Dio», prosegue l'astronomo del Papa. «Certamente, nella ricerca si vede tanta bellezza che ci riporta alla bellezza del Creatore. Poi, la natura ha le sue leggi e noi cerchiamo di capirle con curiosità: anche questo motiva la scienza, ma anche questa nostra capacità di comprendere meglio l'universo ci ricorda che siamo degli esseri spirituali, intelligenti. Abbiamo noi stessi l'impronta del Creatore».