Nuovi possibili guai di Apple con i fornitori cinesi
na organizzazione che vigila sulla tutela dei lavoratori ha denunciato abusi e violazioni delle normative sul lavoro negli impianti cinesi di Pegatron, il gruppo di Taiwan che la casa californiana ha scelto per produrre il futuro iPhone a basso costo
NEW YORK - Nuovi possibili guai di Apple con i fornitori cinesi. Una organizzazione che vigila sulla tutela dei lavoratori ha denunciato abusi e violazioni delle normative sul lavoro negli impianti cinesi di Pegatron, il gruppo di Taiwan che la casa californiana ha scelto per produrre il futuro iPhone a basso costo. E che per questo sta aumentando del 30-40 per cento il numero di dipendenti, rispetto agli attuali 100.000.
Secondo la China Labor Watch, organizzazione che ha sede a New York, presso tre impianti cinesi di Pegatron sarebbero state superati i limiti sugli orari di lavoro, fissati dalle leggi cinesi a 49 ore settimanali, i lavoratori avrebbero ricevuto formazione inferiore agli obblighi di legge e le agenzie del lavoro pretenderebbero da questi ultimi commissioni non dovute.
La società di Taiwan e la stessa Apple hanno assicurato che effettueranno verifiche su queste accuse, secondo quanto riporta il Financial Times nell'edizione online.
In generale però il problema è complesso, infatti secondo gli esperti in Cina molti operai delle fabbriche, espiantati dalle campagne povere, sono propensi a lavorare di più per aumentare i loro introiti. Quanto ad Apple si tratta di un nuovo potenziale caso problematico, dopo che la stessa China Labor Watch ha riferito di inquinamento da parte di un impianto di un altro fornitore cinese, la Riteng, che produce le scocche di iPad.