ESA al lavoro su sistema di sorveglianza asteroidi
Secondo l'Agenzia Spaziale Europea il 99% degli asteroidi di grandi dimensioni - di diametro superiore al chilometro - è oramai stata identificata, ma il rischio maggiore lo pongono gli asteroidi più piccoli - di diametro inferiore ai 50 metri - di cui ne esistono almeno un milione
PARIGI - L'Europa deve dotarsi di un sistema di sorveglianza in grado di rilevare i piccoli asteroidi che presentano un rischio di collisione con la Terra: è quanto si legge in un comunicato dell'Esa, che ha iniziato a lavorare su un progetto in tal senso.
EVENTO RARO - Secondo l'Agenzia Spaziale Europea il 99% degli asteroidi di grandi dimensioni - di diametro superiore al chilometro - è oramai stata identificata, ma il rischio maggiore lo pongono gli asteroidi più piccoli - di diametro inferiore ai 50 metri - di cui ne esistono almeno un milione, un decimo dei quali con un'orbita tale da incrociare potenzialmente quella terrestre.
Le previsioni su quali oggetti possano in futuro rappresentare un pericolo è molto difficile, così come ogni eventuale intervento dato lo scarso preavviso: a causa della bassa albedo (capacità di riflessione) della loro superficie gli asteroidi sono di norma virtualmente invisibili agli strumenti ottici a meno di non passare davanti a un corpo luminoso, e troppo piccoli per causare effetti gravitazionali osservabili.
La collisione di un asteroide di dimensioni significative (oltre 45 metri di diametro) è comunque un evento raro - circa tre ogni mille anni - ma potenzialmente in grado di causare gravi disastri naturali: nonostante la massa relativamente piccola infatti l'alta velocità di impatto rilascia un'energia equivalente a quella di numerose testate nucleari.
RISCHIO APOPHIS - Al momento la Nasa ha identificato cinque oggetti sufficientemente massicci da costituire un rischio e con una possibilità di collisione superiore a una su un milione: in particolare vengono tenuti d'occhio un asteroide del diametro di 130 metri con una probabilità su tremila di colpire la Terra nel 2048 e soprattutto «Apophis», con una possibilità su 43mila di collisione nel 2029 e nei successivi passaggi del 2036, 2037 e 2069.
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