19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Inondazioni

Pakistan, le Ong islamiche più efficaci del governo

Per gli aiuti umanitari attivo anche il gruppo fuorilegge Jamaat-ud-Dawaa il cui leader è ritenuto un terrorista da Washington e Nuova Delhi

PESHAWAR - Le organizzazioni umanitarie islamiche sono state molto più rapide del governo di Islamabad a intervenire nelle zone colpite dalle alluvioni, garantendo gli aiuti di emergenza e denaro in contante. Tra queste associazioni figura anche l'ong Jamaat-ud-Dawa, dichiarata fuorilegge dal governo e inclusa dall'Onu nella lista delle organizzazioni terroristiche.

Sono circa 20 milioni le persone colpite dalle inondazioni, stando all'ultimo bilancio diffuso oggi dalle autorità pachistane. La mobilitazione delle organizzazioni islamiche è stata accolta con sollievo dalle vittime, che hanno denunciato l'inefficacia del governo fin dall'inizio della crisi. Nelle zone alluvionate, Jamaat-ud-Dawa è in piena attività. «Distribuiamo prodotti alimentari, abiti, medicine, tende, utensili e 5.000 rupie (44 euro) in contanti a ogni famiglia», spiega alla France presse Atique Chohan, portavoce del gruppo nella provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkhwa, dove sono attivi i talebani. «Finora abbiamo aiutato 250.000 persone», aggiunge.

Il leader di Jamaat-ud-Dawa, Hafiz Saeed, è ritenuto un terrorista da Washington e Nuova Delhi. Hafiz Saeed è infatti il fondatore del gruppo armato del Kashmir, Laskhar-e-Taiba, accusato di complicità negli attentati dal 2008 a Mumbai, costati la vita a 186 persone. Tuttavia, le vittime delle inondazioni preferiscono prendere di mira il Presidente Asif Ali Zardari, per aver continuato il suo viaggio in Europa mentre il Paese era in ginocchio per le inondazioni, e per l'inefficacia del suo governo.