Trump contro le fake news: i media ci attaccano perché non vogliono quello che stiamo facendo
Donald Trump sceglie di rompere il silenzio e di uscire allo scoperto per ripetere la sua verità, dopo lo scandalo russo che ha portato alle dimissioni del suo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn
WASHINGTON - Donald Trump sceglie di rompere il silenzio e di uscire allo scoperto per ripetere la sua verità, dopo lo scandalo russo che ha portato alle dimissioni del suo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn. "Sfortunatamente la stampa a Washington, ma anche a New York e Los Angeles, parla non per le persone ma per il proprio interesse. La stampa è diventata così disonesta e fa un enorme disservizio ai cittadini americani. Dobbiamo parlarne, perché come presidente sono qui per cambiare quello che non funziona. Il livello di disonestà è fuori controllo", ha detto Trump dalla Casa Bianca, aggiungendo: "I media ci attaccano perché non vogliono quello che stiamo facendo".
"Ho ereditato un disastro"
Poi una durissima stoccata al suo predecessore Barack Obama: "La Casa Bianca è una macchina che funziona alla perfezione", peccato che però, "per essere onesto, ho ereditato un disastro. A casa e all'estero. Un disastro». Un punto centrale della conferenza stampa oltre ai media è stata la questione russa. Trump, più volte, ha ripetuto di "non avere nulla a che fare con Mosca".
Quelle 850mila firme per l'impeachment
Tra dichiarazioni di forza, mille ostacoli e quotidiane manifestazioni di piazza contro le sue politiche, Trump vuole andare avanti ma ha due nuovi problemi: l'ammiraglio in pensione Robert Harward ha rifiutato l'incarico di Consigliere per la sicurezza nazionale che gli era stato offerto da Donald Trump dopo le dimissioni di Michael Flynn. Sono poi già più di 850.000 le firme raccolte per chiedere l'impeachment del presidente.
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