29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Difesa atlantica

Settant'anni e dimostrarli tutti

Inizia a Londra un summit di due giorni in cui i leader dei 29 componenti la NATO dovranno cercare di colmare le differenze. Russia e Cina tra i temi chiave

La bandiera della NATO
La bandiera della NATO Foto: ANSA/EPA

LONDRA - Settant'anni e dimostrarli tutti. L'Alleanza atlantica, meglio conosciuta come Nato, si trova a un crocevia importante della sua storia e deve affrontare un momento di grandi divisioni interne che rischiano di frammentare ulteriormente un raggruppamento sempre più tenuto assieme con l'elastico. Domani inizia a Londra un summit di due giorni in cui i leader dei 29 componenti dovranno cercare di colmare le differenze. Le spinte centrifughe sono sempre più evidenti. Si va dal solito presidente Usa Donald Trump, sempre meno disposto a impegnarsi per la difesa transatlantica soprattutto sul fianco orientale, quello della Russia, fino all'offensiva turca in Siria. La capacità dell'organizzazione, che ha base a Bruxelles, di tenere assieme i diversi interessi appare sempre più labile, tanto che il presidente francese Emmanuel Macron non ha avuto remore a definire l'alleanza in stato di «morte cerebrale».

L'inquilino dell'Eliseo ha chiesto che gli alleati si siedano un tavolo per capire dove l'alleanza debba andare. Un'organizzazione nata per affrontare la guerra fredda, oggi ha bisogno di capire come approcciarsi a temi come il terrorismo transnazionale, come contenere suoi stessi membri sempre meno prevedibili e soggetti a una fedeltà nell'alleanza, principalmente la Turchia e come migliorare i rapporti con la Russia.

Dal punto di vista di Ankara, la retorica del presidente Recep Tayyip Erdogan tiene sempre meno conto degli alleati. E anche le strategie di armamento della Turchia ormai guardano altrove, con l'acquisto del nuovo sistema di difesa aerea dalla Russia, una mossa un tempo considerata inconcepibile. Con l'emergere di potenze in grado di giocare su scala globale, come la Cina, la Nato che dovrebbe celebrare il fatto di aver garantito la pace per i suoi membri, appare sempre più inadeguata.

Il tema, in particolare, dei rapporti con la Russia è divisivo e, mentre la Francia vuole operare per un miglioramento dei rapporti, realtà come i paesi Baltici e la Polonia, vedono Mosca come una minaccia soprattutto dopo l'annessione della Crimea. Ma il summit dovrebbe anche sancire un allargamento del campo d'azione, inserendo per la prima volta in un documento la Cina.

A rendere poi ancora più disagevole il clima a Londra sarà anche il fatto che la Gran Bretagna è al centro di una dura campagna elettorale. Il leader del Labour Jeremy Corbyn, che in passato aveva chiesto la chiusura della Nato, si è allineato alle dichiarazioni di Macron per un cambiamento di direzione nella Nato, «a partire dalla necessità di de-escalare il conflitto con la Russia e di dare una prospettiva più ampia sulle questioni più gravi e sulle minacce alla nostra sicurezza comune».

L'ospite, il primo ministro Boris Johnson, dal canto suo, usa l'arrivo del presidente Usa Donald Trump per rimarcare la differenza con il leader dell'opposizione laburista, ricordando le sue dichiarazioni anti-Nato e evidenziando la sua amicizia con l'azionista di maggioranza dell'alleanza.