19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Regno Unito

Brexit, così cambierà l’immigrazione verso il Regno Unito

Tutto quello che c'è da sapere per i lavoratori europei e italiani, qualora l’accordo di May passasse in Parlamento

Brexit, così cambierà l’immigrazione verso il Regno Unito
Brexit, così cambierà l’immigrazione verso il Regno Unito Foto: ANSA

LONDRA - Sarà basato sulle qualifiche dei lavoratori il sistema di immigrazione post-Brexit presentato ieri dal governo britannico, ponendo su un piede di parità i cittadini Ue e non-Ue. Davanti ai Deputati, il ministro dell'Interno Sajid Javid ha annunciato un «sistema di immigrazione unico, basato sulle qualifiche». «In futuro tutti, ad eccezione dei cittadini britannici e irlandesi, avranno bisogno di un visto e prima di poter entrare nel Regno Unito», ha detto. Javid ha sottolineato che il nuovo sistema metterà fine alla libera circolazione dei cittadini europei nel Regno Unito.

«Nessun tetto» per i lavoratori qualificati

Ma ha rivolto un messaggio ai tre milioni di europei già installati oltre Manica: «vogliamo che voi restiate, e proteggeremo i vostri diritti», ha affermato. Le nuove regole di attribuzione dei visti «daranno la priorità alle persone che hanno le competenze di cui abbiamo bisogno», ponendo su un piano di parità cittadini Ue e non-Ue. Javid ha annunciato che «non vi sarà un tetto» al numero dei lavoratori qualificati ma dovranno giustificare un salario minimo, circa 30.000 sterline (33.300 euro) all'anno. Sarà anche messo a punto un dispositivo speciale per il reclutamento di lavoratori stagionali non qualificati. Ma questi ultimi «non avranno accesso» alle prestazioni sociali.

Infine, «non ci saranno limiti al numero di studenti internazionali» accolti nel Regno Unito, ha precisato Sajid Javid, che ha espresso l'ambizione del governo di «aiutare questi giovani diplomati a rimanere e lavorare» nel Paese.

Ridurre a meno di 100.000 ingressi all'anno

Il ministro ha annunciato l'intenzione di riportare il saldo migratorio ad un livello «sostenibile», senza precisare la cifra: il programma del suo Partito conservatore prevede di ridurre a meno di 100.000 ingressi all'anno contro i 280.000 del 2017. Il nuovo sistema sarà applicato «a fasi» a partire dal 2021, ovvero dopo il periodo di transizione post-Brexit previsto dall'accordo concluso fra Londra e Bruxelles, che deve ancora essere ratificato dal Parlamento britannico. L'immigrazione era stata una delle questioni al cuore della campagna del referendum sulla Brexit, nel 2016. In seguito al voto, la Primo Ministro, Theresa May, si era impegnata a porre fine alla libera circolazione degli europei nel Regno Unito.