Strasburgo tra le città più a rischio, Tajani: «Segnale contro nostra democrazia. Controllare le moschee»
Continuare a lavorare nonostante l'attentato. Dopo l'attacco a Strasburgo, il Parlamento Europeo non ha interrotto le proprie attività
STRASBURGO - Continuare a lavorare nonostante l'attentato. Dopo l'attacco di ieri a Strasburgo, il Parlamento Europeo non ha interrotto le proprie attività. «Il Parlamento era stato chiuso, alle 3 abbiamo autorizzato parlamentari e funzionari a lasciare gli uffici e da questa mattina all'alba è stato tolto il blocco al centro di Strasburgo. La città sta tornando alla normalità mentre la polizia continua la caccia ai terroristi», racconta a Circo Massimo, su Radio Capital, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani in diretta da Strasburgo. «Noi abbiamo dato una risposta molto chiara facendo l'esatto contrario di quello che vogliono quelli che hanno attaccato: abbiamo continuato a lavorare normalmente, senza cambiare le nostre abitudini. E continueremo anche oggi». L'attentato, sottolinea Tajani, «è avvenuto nella settimana della plenaria, mentre l'attentato a Bruxelles avvenne in una stazione della metro fra Commissione e Parlamento. È un segnale contro la nostra democrazia».
Strasburgo città calda - Il presidente definisce Strasburgo «una delle città più a rischio d'Europa. Il 10% di tutti quelli che sono sotto monitoraggio delle autorità di polizia francesi vivono qui. La città è al confine con la Germania, è facile passare da una parte all'altra. Il terrorista che stanno cercando doveva essere arrestato ieri mattina ed è riuscito a fuggire. Era stato detenuto in Francia e anche in Germania, quindi conosce bene il territorio. Evidentemente ha anche complici, perché la banlieu di Strasburgo raccoglie molti cittadini francesi di origine maghrebina, molti immigrati maghrebini, quindi è un territorio che il terrorista conosce bene e probabilmente ha anche dei complici. Non è facile fermare tutti quelli che sono sospettati. La situazione in Francia è molto più complicata di quella dell'Italia».
In Italia prevenzione molto forte - E proprio parlando del nostro paese, Tajani ricorda che «in Italia c'è un'attività di prevenzione molto forte. Abbiamo più settori delle forze dell'ordine che combattono il terrorismo: dalla Guardia di Finanza, che è particolarmente abile a individuare i terroristi seguendo i movimenti finanziari, alla Polizia Penitenziaria, visto che la radicalizzazione avviene soprattutto nelle carceri. E bisogna controllare le moschee. Adesso le cose cominciano a cambiare, bisogna avere sempre più moschee dove si predica nella lingua del paese europeo dove si trovano, ed evitare che ci siano imam radicalizzati che vengono non per professare la religione ma per fomentare odio nei confronti degli altri».
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