18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Giustizia

Monsanto (Bayer) condannata a pagare 290 milioni di euro a un malato di cancro

La sentenza, storica, sulla responsabilità del diserbante Roundup. I giudici si sono espressi all'unanimità a favore di Dewayne Johnson

Un tribunale della California ha condannato il gigante di biotecnologie agrarie Monsanto a pagare 290 milioni di dollari a un giardiniere malato di cancro che ha accusato il colosso dell'agrochimica di non aver avvertito che il diserbante Roundup poteva essere cancerogeno. I giudici si sono espressi all'unanimità a favore di Dewayne Johnson, malato terminale per un linfoma confermando che il glifosato contenuto nel Roundup e nella versione professionale dello stesso prodotto, RangerPro, ha contribuito «in maniera sostanziale» alla malattia dell'uomo. Monsanto ha annunciato che ricorrerà in appello, perché secondo i suoi legali il linfoma di cui soffre Johnson si è sviluppato prima che venisse a contatto con le sostanze. La condanna del 'gigante di biotecnologie agrarie' Monsanto a pagare 290 milioni di dollari a un giardiniere malato di cancro che ha accusato il colosso dell’agrochimica di non aver avvertito che il diserbante Roundup poteva essere cancerogeno è destinata a fare storia. Nel mirino la mancata indicazione del fatto che il diserbante Roundup e la versione professionale RangerPro possono essere cancerogeni.

La difesa della Bayer
Bayer, la società tedesca che possiede il colosso dell'agrochimica Monsanto, ha dichiarato che il glifosato è «sicuro» e che «non causi il cancro». Una rispota chiara alla sentenza del tribunale secondo cui Monsanto ha agito «con dolo», avallando la denuncia del giardiniere Dewayne Johnson secondo cui l'uso del diserbante ha contribuito in «maniera sostanziale» alla malattia terminale.

La discussione in Italia
Anche in Italia la sentenza è finita al centro del dibattito politico. Diversi schieramenti, da Forza Italia al Movimento 5 stelle, hanno chiesto che l'erbicida più utilizzato, «usato anche da ignari cittadini per i loro giardini, da agricoltori che non attuano più le buone pratiche agronomiche, dagli enti locali nei parchi», ha spiegato il deputato di Forza Italia Roberto Novelli, «venga bandito».

Cosa dice la legge italiana
In Italia l'uso del glisosfato è vietato nelle aree frequentate dalla popolazione o da 'gruppi vulnerabili' quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. «Presenterò in commissione Affari Sociali - anticipa l'esponente di Fi - una risoluzione per estendere il divieto nell'articolo 1 del decreto 9 agosto 2016 anche nelle aree non espressamente citate, come ad esempio quelle archeologiche e cimiteriali che possono essere frequentate da persone più vulnerabili, e chiederò maggiori controlli visto che nel nostro paese ancora oggi in molti fanno suo di questa sostanza mortale. Tutelare la salute delle persone è la nostra priorità».