20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Amministrazione Trump

Trump in Cina dalla Città Proibita avanza le sue richieste a Xi Jinping e Putin

E’ una visita particolarmente densa quella in Cina per Donald Trump. Dopo il Giappone e la Corea del Sud, il presidente Usa affronta un osso particolarmente duro

PECHINO - E’ una visita particolarmente densa quella che è cominciata oggi in Cina per Donald Trump. Dopo il Giappone e la Corea del Sud, il presidente Usa affronta un osso particolarmente duro. L’inquilino della Casa bianca, indebolito dall’inchiesta sul Russiagate e dai sondaggi che vedono il suo sostegno particolarmente basso, incontra Xi Jinping, che ha incamerato una grande vittoria con il XIX Congresso del Partito comunista e che ha inaugurato una «nuova era» nella quale la Cina si propone come protagonista della scena mondiale. Sono molte le occasioni per i due leader per confrontarsi in questi due giorni e in particolare domani si affronteranno i temi più delicati. E particolarmente alta sarà la questione della minaccia nucleare e missilistica nordcoreana. Trump vorrebbe spingere Pyongyang all’isolamento e, in questa operazione, punta a una collaborazione più fattiva da parte del paese che fornisce alla Corea del Nord il 90 per cento delle sue entrate. Ma, se Pechino è certamente contrariata dai comportamenti del riottoso vicino Kim Jong Un, dall’altro lato non intende tirar troppo la corda fino al punto di destabilizzazione del regime.

Cosa vuole Trump
Prima di partire per la Cina, Trump ha chiarito cosa vorrebbe su questo fronte. «Non potete sostenere, non potete fornire, non potete accettare» merci dalla Corea del Nord, ha detto ai parlamentari sudcoreani. A Cina e Russia, insomma, il presidente americano chiede una piena applicazione delle sanzioni Onu e soprattutto il taglio dei rapporti commerciali e tecnologici. Pur ammettendo che la Cina «sta facendo molto più di quanto abbia fatto in passato», come ha segnalato un alto esponente della Casa bianca, Washington vuole un maggiore impegno. Per incentivare questo inasprimento da parte di partner non convinti che la via da percorrere sia davvero così estrema, Trump potrebbe anche chiudere il prossimo lunedì il suo lungo tour in asia indicando la Corea del Nord come «paese sponsor del terrorismo», ha spiegato la Casa bianca. Nel discorso tenuto a Seoul, che è venuto un giorno dopo quella che era parsa un’apertura a negoziati con Pyongyang, Trump ha fatto pensare che la strategia – spesso negata dai suoi collaboratori nell’amministrazione a partire dal segretario di Stato Rex Tillerson – possa essere quella di puntare sul cambio di regime. Trump ha parlato di «un paese guidato come una setta» e ha detto: «Al centro di questo culto militare c’è una fede sbagliata nel fatto che il destino del leader sia governare come paterno protettori di una Penisola coreana conquistata e di un popolo coreano ridotto in schiavitù».

La visita
Tutto questo prima dell’arrivo a Pechino. Il presidente americano nella capitale cinese è stato accolto col tappeto rosso, come non era accaduto all’ultimo suo viaggio del predecessore di Trump, Barack Obama. La portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha spiegato che è stata una scelta in linea con la cortesia dimostrata da Trump quando ha accolto Xi nel suo resort di Mar-a-Lago. «Noi cinesi crediamo che la cortesia richieda reciprocità», ha detto. Xi e la moglie Peng Liyuan hanno accolto Trump e la moglie, Melania, nella Sala dei Tesori, sul lato sudoccidentale della Città Proibita. «Credo che la visita otterrà positivi e importanti risultati per entrambe le parti», ha detto il numero uno cinese. Lì le due coppie presidenziali hanno preso il té e Trump ha mostrato a Xi e Peng un video della nipotina Arabella, figlia di Ivanka e Jared Kushner, recitare antichi poemi cinesi in mandarino. Xi has detto che s’è trattata di una performance da «A+» (cioè 10 e lode). Poi le due coppie hanno visitato alcune delle sale più importanti della Città proibita, tra le quali la Taihedian (Sala della Suprema armonia), davati alla quale hanno fatto le foto. Xi ha fatto da cicerone durante questa visita. In seguito le due coppie sono andate a vedere una performance dell’Opera di Pechino presso il principale teatro della Città proibita, fatto costruire dall’imperatore Qianlong della Dinastia Qing, un monarca noto per il suo sinocentrismo che umiliò l’ambasciatore britannico George Macartney e respinse le richieste di aperture al commercio dei «barbari» occidentali.

Il tentativo di indorare la pillola
L’accoglienza è stata particolarmente apprezzata da Trump, che ha dedicato ben due tweet – superando il «Grande Firewall» cinese che solitamente blocca Twitter – al padrone di casa. «A nome della First Lady e mio, dico GRAZIE al presidente Xi e alla Signora Peng Liyuan. Ci rivediamo domani mattina!» recita il primo. «Aspettando un giorno pieno di incontri – ha scritto nel secondo tweet – con il presidente Xi e le nostre delegazioni domani. GRAZIE per la vostra bella accoglienza in Cina! Melania e io non lo dimenticheremo mai!» Dietro lo sfarzo dell’accoglienza c’è una Cina che intende sfruttare le «photo ops» per mostrare «all’audience interna che Xi è al pari di Trump» ha spiegato Jeff Wasserstrom dell’Università di California al Guardian. Dal lato di Trump, il particolare calore dimostrato, indica anche che il presidente vuol «indorare la pillola a Xi perché dovrà dirgli cose sgradevoli», ha spiegato Jean-Pierre Cabestan dell’Univeristà battista di Hong Kong. La Corea del Nord, in primis. Ma anche le preoccupazioni Usa per il massiccio avanzo della bilancia commerciale della Cina con gli Stati uniti, che è mesilmente di 26,6 miliardi di dollari. «Gestire il deficit commerciale in Cina è stato il focus delle discussioni collaborative tra il presidente Trump e il presidente Xi», ha spiegato il segretario al Commercio usa Wilbur Ross. Sia sul fronte della Corea del Nord, sia su quello del commercio, le partite saranno molto più aspre di quanto non abbia fatto intravedere la sfarzosa accoglienza odierna.