Trump in Giappone e quella bizzarra richiesta ai produttori di auto
Nella prima tappa del suo tour asiatico, il presidente Trump ha avanzato ai produttori di automobili nipponici una richiesta che li ha letteralmente lasciati a bocca aperta
SEOUL - L’Air Force One del presidente è atterrato alla base aerea Osan, vicino Seoul, in arrivo dal Giappone. Prende così il via la seconda, attesa, tappa del tour asiatico di Donald Trump, nel quale intende parlare soprattutto della minaccia nordcoreana.Trump incontrerà, tra gli altri, il presidente sudcoreano Moon Jae-in. L’esito della visita di Donald Trump in Giappone (prima tappa del tour) ricalca abbastanza quello di Shinzo Abe negli Usa: piena sintonia sulla politica estera, a partire dalla linea dura contro la minaccia nordcoreana, ma distanza quando si parla dei temi del commercio internazionale. La diplomazia informale perseguita dal primo ministro giapponese nei confronti del poco prevedibile alleato americano sembra aver acquisito questa conformazione e, al di là dei grandi gesti di personale simpatia tra i due, concrete evoluzioni non vi sono state.
Un calendario fitto di appuntamenti
Trump, nella tre giorni che ha aperto il suo lunghissimo primo viaggio in Asia con tappe in cinque paesi, ha avuto un calendario fitto di appuntamenti: dalla partita di golf con Abe all’udienza dell’Imperatore Akihito e della consorte Michiko, passando per un incontro, particolarmente auspicato da Abe, con i familiari dei giapponesi rapiti dalla Corea del Nord negli anni ’70 e ’80. Accanto a questi, ha avuto incontri con il mondo imprenditoriale giapponese. Ed è stato nel coté economico della visita che ha dato qualche dispiacere ai suoi ospiti. «Vogliamo degli scambi equi e aperti, ma al momento il commercio con il Giappone non è equo e aperto» ha detto Trump agli imprenditori a Tokyo. «Gli Usa hanno subito enormi deficit commerciali con il Giappone per molti, molti anni. Perciò occorre negoziare e lo faremo in modo amichevole» ha aggiunto.
La richiesta ai produttori di automobili nipponici
Una particolare enfasi l’ha messa sul tema dello sbilancio nel settore delle automobili, sottolineando che lo scorso anno solo 15mila automobili americane sono state vendute in Giappone. E, secondo quanto ha riferito la Nhk, ha fatto una richiesta precisa ai costruttori nipponici: «Costruite le vostre auto in America, invece di spedirle. Non sto chiedendo troppo». Una richiesta bizzarra, visto che, secondo l’Associazione dei costruttori di auto giapponesi (JAMA), i marchi nipponici già producono 3,9 milioni di veicoli e 4,6 milioni di motori all’anno negli Usa, con un investimento cumulativo di 45,4 miliardi di dollari, dando direttamente lavoro a quasi 90mila dipendenti e – indirettamente – a 1.043.000 persone.
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