28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Stoltenberg: violazione spazio aereo turco è sfida per Alleanza

Siria, la Nato accusa: raid russi una minaccia per la pace

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che i raid russi che colpiscono gruppi di opposizione in Siria sono una minaccia per il già traballante processo di pace

ROMA - I raid aerei russi, che «colpiscono principalmente i gruppi di opposizione in Siria, minacciano gli sforzi per trovare una soluzione politica» al conflitto siriano: è quanto ha detto oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo alla riunione dei ministri della Difesa dell'Unione europea ad Amsterdam. «Inoltre, il rafforzamento della presenza russa, la sua attività aerea in Siria causano delle tensioni accresciute e delle violazioni dello spazio aereo turco», ha denunciato il leader dell'Alleanza atlantica.

Sfida 
Tutto questo, secondo Stoltenberg, «crea rischi, aumenta la tensione ed è, naturalmente, una sfida per la Nato in quanto si tratta di una violazione dello spazio aereo della Nato» e per questo motivo è necessario «calmare» la situazione e trovare «una soluzione politica in Siria». «Il rafforzamento militare sostanziale della Russia in Siria e nel Mediterraneo orientale sta cercando di spostare l'equilibrio strategico» nella regione, ha stimato Stoltenberg. Da parte sua, ha concluso il leader dell'Alleanza atlantica, «la Nato sostiene fortemente tutti gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto in Siria». La pace in Siria si farà «solo se chi fa la guerra ha deciso di farla». E' uno Staffan de Mistura secco, quello che in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica spiega i motivi della sospensione dei negoziati di Ginevra.

Pace in Siria
«E' tutto molto chiaro: la pace si fa solo se chi fa la guerra ha deciso di farlo. Il segretario generale dell'Onu l'aveva anticipato da settimane a tutti i Paesi che sedevano attorno al tavolo di Vienna, dove a novembre è ricominciato il percorso negoziale per la Siria. Si va al tavolo di Ginevra per negoziare, non per perdere tempo. Se non volete negoziare, il tavolo si sospende e noi dell'Onu torniamo a parlare con chi può avere interesse alla pace e con chi può fermare chi combatte», ha detto il negoziatore delle Nazioni unite. De Mistura non la manda a dire: «Se non vogliono la pace, noi qui non perdiamo tempo a far finta di negoziare». Di fatto Ginevra non è neanche partita, perché non ci sono stati impegni sul piano umanitario. «Il segretario generale lo aveva detto chiaramente - spiega il diplomatico - a tutti: se inizia il negoziato vogliamo che gli impegni umanitari che sono stati presi siano assunti immediatamente. Ci vogliono tregue, aiuti alimentari e umanitari. Subito, non dopo».

Battuta d'arresto
La responsabilità di questa battuta d'arresto negoziale, in particolare, è «di chi crede che le operazioni militari possano andare avanti mentre si avvia il tavolo politico». In ossequio alla risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza Onu, precisa De Mistura, innanzitutto «ci devono essere accordi sui cessate-il-fuoxco, sulla tregua, una serie di intese che noi dell'Onu volevamo far diventare generali il più rapidamente possibile», per far partire aiuti umanitari a tutti, «in qualsiasi città o villaggio circondato e assediato».

La fine del conflitto
Nonostante lo stop ai negoziati, tuttavia, il negoziatore è convinto che ci siano ancora possibilità, perché «la stragrande maggioranza della comunità internazionale non ha solo il sincero interesse ideale, ma il concreto interesse pratico, politico a frenare questa infezione paurosa che è la guerra in Siria». Tutti i conflitti, aggiunge, «prima o poi devono avere una fine, e adesso forse siamo all'inizio della fase finale». Ma proprio per questo si tratta di un momento «delicatissimo». I prossimi passi, a questo punto, saranno quello di convocare non le parti siriane, ma il gruppo di Vienna - Syria Support Group - che ha avviato i processo. «Ci vedremo a Monaco di Baviera alla Conferenza di difesa il 12 febbraio per una verifica». E, per quanto la sospensione dei negoziati è fino al 25 febbraio, continua De Mistura, «noi siamo pronti a ripartire anche primo». Ma «negoziare per negoziare non lo accettiamo. Si negozia per trovare un accordo».

(Con fonte Askanews)