17 agosto 2025
Aggiornato 10:30
Usa starebbero continuando ad armare i ribelli

Siria, accordo Putin-Obama sulla risoluzione Onu. Ma i nodi rimangono

Il presidente russo ha dichiarato che i piani di Washington e Mosca sul futuro della Siria sono nei punti chiave coincidenti. Ma le tensioni rimangono: pare che gli Usa abbiano fatto entrare nel Paese carichi di munizioni per i ribelli anti-Assad

DAMASCO - I raid russi in Siria sostengono gli sforzi dell'opposizione siriana che combatte lo Stato Islamico «come sosteniamo quelli dell'esercito» fedele a Bashar al-Assad: lo ha dichiarato Vladimir Putin durante la conferenza stampa di fine anno.Il presidente russo, parlando dell'intervento militare in Siria, ha espresso dubbi sull'utilità di una base militare russa permanente nel Paese mediorientale. «Non so se ci serve una base in Siria», ha detto durante la trazione conferenza stampa di fine anno, «abbiamo lì moduli temporanei, che in caso di necessità possono essere ritirati nel giro di due giorni».

Accordo sulla risoluzione Onu
La Russia appoggia l'iniziativa americana per una risoluzione sulla Siria da portare in Consiglio di Sicurezza Onu, «ma questa deve essere accettabile anche per la leadership siriana», ha dichiarato Vladimir Putin durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Gli Stati Uniti stanno lavorando ad un testo di risoluzione che mira a bloccare i canali di finanziamento dell'Isis. «Con un bozza di risoluzione è venuto a Mosca il segretario di Stato John Kerry» nei giorni scorsi, ha affermato Putin, «noi appoggiamo questa iniziativa».

Nodo Assad
Rispondendo ad una domanda sul futuro del presidente siriano Bashar al Assad, il leader del Cremlino ha ribadito che «la Russia non accetterà mai che qualcuno dall'esterno possa dire chi deve governare e quando» in Siria. Per una soluzione alla crisi siriana, secondo Putin, «forse serviranno anni, ma tutte le parti devono fare concessioni».

Piani coincidenti
Putin ha sostenuto che il piano russo per la Siria «coincide negli aspetti chiave con quello americano». Il capo del Cremlino ha elencato a grandi linee le tappe che Mosca ritiene necessarie per arrivare a una soluzione del conflitto, a cominciare dalla stesura di una Costituzione, passando per elezioni generali con candidati di tutti i gruppi «presentabili», quindi anche dell'opposizione, escludendo i jihadisti dello Stato islamico e gli islamisti di Al Nusra. «Abbiamo un piano? Sì, lo abbiamo. L'ho appena delineato. E in linea di principio, per quando possa sembrare strano, coincide con i punti chiave di quello americano», ha affermato Putin.

... o forse no?
Ma l'accordo tra Russia e Usa è solo apparente, ed è minato alla base da strategie e priorità diverse. Gli Stati Uniti avrebbero infatti rifornito, «via terra", una nuova partita di munizioni a ribelli siriani prima di una possibile offensiva su «al Shadadi», una città strategica nel Nord del Paese che, una volta espugnata, permetterebbe di isolare la città di Raqqa, capitale dello Stato Islamico (Isis) in Siria. A rivelarlo sono fonti responsabili statunitensi citati dalla tv al Arabiya.

Carichi di munizioni ai ribelli
Secondo queste fonti che hanno parlato in condizioni di anonimato, «le munizioni sono state fatte entrare in Siria via terra nei giorni scorsi e sono destinate a forze arabe siriane dell'opposizione che combattono nella parte Nord-Orientale del Paese». Secondo l'emittente saudita si tratta del terzo carico inviato da Washington a ribelli arabi da quando, lo scorso ottobre, aveva paracadutato munizioni dal cielo sulla provincia di al Hasaka.

Intanto, l'Isis...
Intanto, secondo il colonnello Usa Steve Warn, portavoce della Coalizione internazionale anti-Isis con sede a Baghdad, i jihadisti del Califfato hanno fatto della città di al Shadadi un centro logistico per lo smistamento di armi e equipaggiamenti oltre che di combattenti da inviare al fronte. Secondo le fonti Usa citate dalla tv araba, la presa della città di al Shadadi «potrebbe portare all'isolamento di Raqqa».

(Con fonte Askanews)