29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Assad fuori dai giochi

Ecco i 7 punti del piano di Mosca per la Siria

Mosca propone un piano in 7 punti per porre fine alla guerra in Siria. Il piano sarà sottoposto all'Occidente, ai Paesi arabi e all'Iran in occasione dei negoziati di Ginevra, che si terranno il 13 novembre

MOSCA - Mosca propone un piano in 7 punti per porre fine alla guerra in Siria. Il piano sarà sottoposto all'Occidente, ai Paesi arabi e all'Iran in occasione dei negoziati di Ginevra, che si terranno il 13 novembre. Modellato sull’accordo di Taif del 1989, che pose fine alla guerra civile libanese, il programma prevede che «non vi siano né vinti né vincitori» e verte attorno all’uscita di scena di Bashar Assad «dopo la formazione del nuovo governo». Secondo quanto anticipato da Vladimir Florov, consigliere del governo russo, i sette punti dovrebbero essere i seguenti.

I sette punti
1. Esisteranno due categorie di opposizione armata siriana: chi accetta di negoziare con Bashar Assad e chi continuerà la resistenza armata. 
2. Un cessate il fuoco sarà raggiunto fra il regime di Assad e i gruppi dell’opposizione che accettano il negoziato. E' prevista inoltre una totale cessazione di invio di armi da parte degli «sponsor» dell’opposizione siriana. 
3. Si terranno negoziati fra tutte le forze siriane, che dovranno portare a un accordo sull'amnistia e sul rilascio di tutti i prigionieri. Si svolgeranno elezioni presidenziali e parlamentari anticipate per formare un governo di riconciliazione nazionale. La Costituzione siriana sarà modificata per trasferire i poteri dal presidente al primo ministro. 
4. La Russia garantirà che Assad non parteciperà alle prossime elezioni, ma potrà nominare qualcuno della sua famiglia o dei suoi collaboratori. 
5. Tutti i gruppi dell’opposizione armata e le milizie filo-iraniane saranno integrati nell’esercito siriano. 
6. La Russia garantirà l’amnistia per tutti i partecipanti ai gruppi armati di opposizione in cambio del loro impegno a rinunciare di perseguire Assad e i suoi familiari 
7. La presenza militare russa in Siria continuerà sotto l’edita di una risoluzione dell’Onu che indicherà nella Russia il garante dell’applicazione degli accordi raggiunti. 

Esclusione di Assad
A colpire del piano presentato da Mosca essenzialmente due elementi: innanzitutto, l'esclusione di Assad dal futuro della Siria. Il presidente non potrà infatti partecipare alle elezioni, ma potrà nominare una figura di fiducia. In questo modo, si garantirebbe comunque continuità con l'attuale regime, ma si confermerebbe l'assenza di una «posizione di principio» su Assad recentemente e a più riprese ribadita dal Cremlino. 

Preponderanza di Mosca
Altro elemento fondamentale, il ruolo preponderante che la Russia di Putin si ritaglia nei negoziati, nella transizione e nel post-Assad. Non a caso, Mosca ha invitato in Russia la prossima settimana rappresentanti del governo e delle opposizioni moderate, che farebbero parte della lista di 38 personalità consegnata dal fronte anti-Assad al ministro Lavrov a Vienna (tra loro l’ex presidente della Coalizione Nazionale Siriana Moaz al-Khatib e quello attuale, Khaled Khoja). Una proposta che non ha fatto particolarmente piacere agli Stati Uniti, secondo cui la partecipazione delle opposizioni sarebbe prematura. Washington,in effetti, cerca ancora di indebolire la posizione di una Russia nelle vesti di pacificatore, che mette palesemente in ombra lo storico ruolo statunitense. Di qui, le costanti critiche sull'operato di Mosca, con cui in ogni caso gli States sono costretti - almeno in parte - a cooperare.

In prima linea
Il ruolo preponderante di Mosca dal punto di vista diplomatico e negoziale si accompagna a un sempre maggior vigore a livello militare e bellico. Ieri funzionari della sicurezza Usa hanno sottolineato l'incremento della presenza militare russa in Siria: 4mila uomini e non i 2mila stimati all’inizio dell’operazione aerea. Il giorno prima, però, le aviazioni di Russia e Stati Uniti hanno compiuto esercitazioni congiunte nei cieli siriani, per addestrarsi a seguire le misure di sicurezza previste dal memorandum di intesa firmato due settimane fa da Casa Bianca e Cremlino. Nelle stesse ore, i jet russi colpivano 24 target islamisti, sulla base di coordinate fornite da opposizioni presenti sul terreno, il primo caso di coordinamento diretto tra Mosca e forze anti-Assad. E ora, se questo piano venisse accettato, la «vittoria» della Russia nel braccio di ferro con gli Usa verrebbe definitivamente suggellata. Insieme all'inizio, per Mosca, di una nuova era di influenza in Medio Oriente e non solo.