25 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Parla l'inviato speciale Onu in Siria

Siria, De Mistura: «La svolta è avvenuta dopo l'intervento di Mosca»

L'emissario dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura è arrivato oggi a Damasco, dove ha incontrato il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem

DAMASCO - L'emissario dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura è arrivato oggi a Damasco, dove ha incontrato il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem. Lo ha reso noto un responsabile delle Nazioni unite. De Mistura ripartirà domani, ha precisato la stessa fonte senza fornire precisazioni sul resto del programma. L'ultima visita del diplomatico a Damasco risale al 17 settembre.

Diamo una conclusione al conflitto
Secondo il giornale al Watan, l'emissario deve informare i leader siriani dei «dettagli» della conferenza di Vienna sulla crisi siriana che si è tenuta venerdì in presenza di 17 Paesi. Questi Stati, fra cui la Russia, gli Stati Uniti, la Francia, l'Italia e per la prima volta l'Iran, si sono riuniti in vista di una soluzione politica al conflitto che insanguina il Paese da oltre quattro anni e ha provocato più 250.000 morti. "Tutti i conflitti prima poi devono avere una conclusione: e adesso, dopo cinque anni di massacri, è il momento di iniziare a costruire la fine di questa guerra», ha dichiarato De Mistura.

Tutti intorno a un tavolo
In un'intervista a Repubblica, l'inviato Onu ha sottolineato come la grande novità di Vienna è «che finalmente c'erano tutti coloro che hanno una influenza sulla crisi siriana, e sono rimasti assieme per ben 7 ore in una stanza neppure tanto grande. Soprattutto, intorno al tavolo c'erano, oltre che Stati Uniti e Russia, per la prima volta anche Iran e Arabia Saudita». De Mistura ha riconosciuto come l'intervento russo abbia «radicalmente e bruscamente modificato le prospettive di chi sperava ancora di usare le armi per cambiare il governo a Damasco». "Ma allo stesso tempo c'è la consapevolezza russa che per evitare di entrare in uno scenario afgano con tonalità somale e libiche è indispensabile contribuire adesso, concretamente, a un processo di soluzione politica sotto l'egida Onu, usando anche l'aumentata influenza russa sulle sorti del governo attuale in Siria», ha aggiunto.

Inaffrontato il nodo Assad
De Mistura ha chiarito come non si sia affrontato il nodo della leadership in Siria. Ma «è chiaro che la volontà Usa di impegnare il proprio peso politico per favorire la fine dell'orrore in Siria ed evitare che il conflitto degeneri ulteriormente in termini non solo regionali ha contribuito alla svolta di Vienna». In quanto al negoziato, esso, per De Mistura, si svolgerà in due fasi. «Primo: misure di riduzione della violenza- barrel bombs del governo sulle città assediate e tiri di mortai e razzi dell'opposizione su Damasco, per esempio. Lavoreremo poi per favorire possibili tregue locali. Secondo: riavviare il dialogo politico (mai veramente iniziato) tra governo e opposizioni per la creazione di un governo che includa tutti e che prepari una nuova Costituzione ed elezioni libere sotto egida Onu»

L'avanzata dell'Isis
Intanto, in queste ore è giunta la notizia che i jihadisti dello Stato islamico hanno preso il controllo della città siriana di Maheen, nella provincia centrale di Homs, a conclusione di un'offensiva contro le forze governative lanciata sabato con l'esplosione di due autobomba. Scontri a fuoco si sono verificati anche nella vicina località di Sadad, città a maggioranza cristiana. Secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani, almeno 50 soldati fedeli al regime sono morti o sono rimasti feriti nei combattimenti. Poche ore dopo l'inizio dell'offensiva, già domenica mattina, l'intera città di Maheen era già caduta nelle mani dell'Isis.

Violazione della tregua
«L'Isis ha facilmente preso il controllo della città di Maheen, a Sud-Est di Homs, a seguito di due attentati suicidi e sdi un accordo con uomini armati locali che hanno lanciato un attacco dall'interno», violando un accordo di tregua che avevano stipulato da due anni con le forze del regime, ha confermato il direttore dell'Osservatorio, Rami Abdel Rahman. Con questa nuova offensiva, si legge sulla Bbc, l'Isis ha così rafforzato la sua presenza a Nord ed Est di Homs. Negli ultimi mesi, infatti, i jihadisti hanno messo radici profonde a Tadmur, vicino Palmira, e al Qaryatain, divenute due roccaforti del gruppo.

(Con fonte Askanews)