19 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Obama spera di evitare il ricorso al veto

Nucleare Iraniano, La parola ai senatori democratici

E' quasi impossibile, per i repubblicani, fermare l'accordo perché Barack Obama ha dalla sua i "numeri"

NEW YORK (askanews) - È iniziata una settimana cruciale, negli Stati Uniti, per l'accordo sul nucleare iraniano, con i democratici del Congresso che, rendendo nota la loro posizione, potrebbero determinare il destino dell'intesa già prima che se ne discuta formalmente in Congresso, la prossima settimana.

Al via la settimana cruciale
Altri cinque deputati democratici hanno annunciato, ieri, il loro appoggio all'accordo, rendendo sempre più vicino l'obiettivo del partito di ottenere i voti necessari a impedire ai repubblicani di superare il veto presidenziale, che il presidente Barack Obama è pronto a mettere in caso di bocciatura dell'intesa; con il veto, ai repubblicani servirebbe la maggioranza dei due terzi in entrambe le Aule.

Servono 46 senatori democratici per evitare il veto
Oggi, riferisce il New York Times, sarà il senatore Chris Coons a rendere nota la sua posizione. Con almeno 31 senatori democratici che appoggiano l'intesa, la Casa Bianca ha bisogno di soli tre voti per raggiungere quota 34, rendendo impossibile l'aggiramento del veto in Senato. L'obiettivo massimo sarebbe però quello di raccogliere il voto favorevole di 41 dei 46 senatori democratici, sufficiente per bloccare il voto di disapprovazione del Congresso ed evitando, così, al presidente di dover ricorrere al veto.

Kerry: L'intesa è l'ultima chance per fermare il nucleare iraniano
Nelle ultime settimane, Obama e il segretario di Stato, John Kerry, hanno lavorato per convincere i membri di Camera e Senato della necessità di approvare l'intesa raggiunta, dopo un lungo negoziato, con l'Iran e gli altri componenti del gruppo 5+1 (Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania). Kerry ha detto che l'intesa è «l'unica chance per fermare il nucleare iraniano» e Obama ha più volte assicurato che gli Stati Uniti vigileranno su Teheran e che l'opzione militare «resta possibile» se l'Iran «dovesse cercare di ottenere un'arma nucleare».