29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Omicidio in diretta TV

La follia del killer: «Volevo vendicare i morti di Charleston»

Flanagan ha scritto un testamento di 23 pagine inviate dallo stesso uomo al canale tv ABC dove ha indicato una lunga lista di fatti che lo hanno portato alla scelta finale.

NEW YORK (askanews) - Voleva vendicarsi dell'attentato avvenuto il 17 giugno scorso a Charleston, in South Carolina, nel quale erano stati uccisi a colpi di pistola nove afroamericani. E rispondere ad anni di insulti e commenti razzisti nei suoi confronti. Per questo Vester Lee Flanagan, stando a un fax di 23 pagine inviato dallo stesso uomo al canale tv Abc, ieri mattina alle 6.45 (ora di New York) ha aperto il fuoco e ucciso Alison Parker, 24 anni, e il cameraman Adam Ward, 27 anni, mentre stavano trasmettendo in diretta un'intervista da un centro commerciale Bridgewater Plaza, a Moneta, in Virginia.

Ammirava i killer di Virginia Tech e di Columbine
Flanagan, che nel 2013 era stato licenziato dallo stesso network dopo una serie di problemi con i colleghi, ha filmato gli ultimi 56 secondi del suo atto e poi ha pubblicato il video in Internet, aspettando che i due andassero in onda prima di aprire il fuoco. Il suo testamento, contenuto nelle 23 pagine di fax, racconta di un odio covato per anni, di una profonda ammirazione per i killer di Virginia Tech e di Columbine. E ancora di aver agito guidato da Dio, da Geova, visto che Flanagan, che in tv e su Internet era conosciuto con il nome di Bryce Williams, era stato educato secondo i principi dei testimoni di Geova.

Dopo l'assassinio, il suicidio 
Il video è stato tolto dopo pochi minuti e i suoi account Facebook e Twitter, sui quali aveva commentato quanto commesso poco prima, sono stati bloccati. «Alison ha fatto commenti razzisti, l'hanno assunta anche dopo questo?», ha scritto sul suo profilo sul social network @bryce_williams7. Il 41enne, dopo l'attentato, ha abbandonato una Ford Mustang color argento del 2004 nell'aeroporto di Roanoke, a pochi chilometri dal luogo del delitto, per mettersi poi in fuga su una Chevrolet Sonic: è finito fuori strada nel corso di un inseguimento con la polizia. A quel punto l'uomo si è sparato ed è morto poche ore dopo in ospedale.

Soffriva di depressione
In una parte della lunga lettera, intitolata «Suicide Note for Friends and Family» (Nota al suicidio per gli amici e la famiglia), l'ex giornalista ha scritto una lunga lista di fatti che lo hanno portato alla scelta finale: «Sì, sembra che io sia arrabbiato...e lo sono. E ho ragione di esserlo. Ma quando lascerò questa terra, l'unica emozione che voglio sentire è la pace», si legge. Flanagan sottolinea tre punti fondamentali che lo hanno spinto ad agire: aver subito discriminazioni razziali, per le quali aveva già presentato una causa contro un network della Florida dove lavorava nel 2000. E, ancora, di essere stato attaccato da uomini afroamericani e da donne bianche. Infine di essere stato attaccato per essere gay e afroamericano. Un documento lunghissimo, quello di Flanagan, che è stato consegnato alla polizia da Abc e che, secondo gli agenti che si stanno occupando di decifrarlo, «racconta la vita di un individuo depresso» che parla di suicidio, ma che non parlava della sua volontà di uccidere altre persone.