24 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Petrolio, energia, auto. Gentiloni e Guidi: chance straordinarie

L'Italia punta alla medaglia d'oro in Europa per interscambio con l'Iran

Secondo Paolo Gentiloni e Federica Guidi, dopo la scadenza delle sanzioni contro Teheran, l'Italia avrà chance straordinarie per aumentare interscambio e collaborazione con l'Iran. Puntando al primo posto in Europa

TEHERAN (askanews) - Serviranno «da quattro a sei mesi» perché lo storico accordo sul programma nucleare iraniano possa condurre l'Unione europea a revocare le principali sanzioni di carattere finanziario, energetico e petrolifero imposte contro Teheran. E quando questo accadrà, l'Italia sarà certamente pronta a sfruttare le «straordinarie possibilità di relazioni economiche» con l'Iran. Paolo Gentiloni e Federica Guidi, i ministri degli Esteri e dello Sviluppo economico del governo di Matteo Renzi, sono arrivati a Teheran questa mattina proprio per questo: prendere posizione rispetto ai competitor europei e internazionali, sfruttare una lunga tradizione di rapporti di amicizia e collaborazione con la Repubblica islamica, guadagnare consensi, concordare impegni e contratti.

Essere tra i primi in Europa
A questo scopo, torneranno utili anche il memorandum d'intesa che il titolare della Farnesina ha firmato con l'omologo Mohammad Javad Zarif (durante un colloquio di circa 90 minuti) per rendere stabili gli incontri tra i due ministri, e l'istituzione di una commissione mista a livello economico che possa fare da «cabina di regia per lo sviluppo delle relazioni economiche tra i due Paesi». L'obiettivo dichiarato è «essere i primi in Europa nell'interscambio con Teheran».

Tanti i gruppi presenti
A Teheran, con i due ministri, si è presentata anche una buona rappresentanza di imprese italiane (mentre un'analoga missione di imprenditori è prevista per il prossimo mese di ottobre). Tra i gruppi presenti oggi, Eni, Enel, Finmeccanica, Ansaldo energia, Terna, Anas, Fincantieri. E poi, ancora, Unicredit, Cassa depositi e Prestiti, Fondo strategico italiano, Sace, e associazioni ci categoria come Confindustria, Ance, Abi e Aefi. 

Obiettivi ambiziosi
Nel 2014 l'Italia ha avuto con l'Iran «un interscambio di 1,6 miliardi» di euro, ma «può e deve porsi obiettivi ambiziosi», ha spiegato Gentiloni. «Possiamo arrivare nel giro di un paio d'anni a più che raddoppiare queste cifre. Ci sono le condizioni per farlo, oltre alla qualità italiana in settori come energia, design, alimentare, abbigliamento, tecnologia, turismo», ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Medaglia d'argento in Europa per interscambio con Iran
L'Italia al momento è al secondo posto nell'Ue nell'interscambio con l'Iran. «Puntiamo ad arrivare al primo posto», ha insistito Gentiloni. Insomma, «giocheremo la nostra partita» in Iran «rispetto ai nostri amici europei», gli ha fatto eco la collega Federica Guidi. E lo faremo proponendo «non solo una struttura industriale e tecnologica», ma anche «una mentalità che consiste nel cercare di stabilire una collaborazione di lungo periodo». Uno dei possibili settori di cooperazione è certamente «l'automotive». Il ministro dello Sviluppo economico ha ricordato che al momento «il livello di produzione è di 1,4 milioni di pezzi». «L'obiettivo», ha aggiunto, «è raddoppiarlo» e nei prossimi mesi sarà esplorata «la possibilità di produrre autoveicoli commerciali e autovetture».

Futuro roseo?
Nel frattempo il gruppo Fata, controllata di Finmeccanica, ha firmato un contratto del valore di 500 milioni di euro con la società Gadir per la realizzazione di una «centrale per la produzione di energia elettrica a ciclo combinato». E la stessa Finmeccanica, presente con il suo amministratore delegato Mauro Moretti, ha già avviato i suoi primi contatti con Teheran. «Sono stati positivi. Bisogna riattivare i canali e offrire una partnership. Ora siamo focalizzati su aerospazio e Difesa: faremo proposte legate a elicotteri per uso civile e per oil e gas, a tecniche di esplorazione con i nostri impianti elettronici, a servizi di immagini satellitari e a tecnologia tipo droni», ha spiegato Moretti.

Cina, Russia, India e Brasile in gioco
Quote di mercato che andranno parzialmente erose a Paesi come Cina (primo acquirente di petrolio iraniano), Russia, India e Brasile, che negli ultimi anni hanno guadagnato posizioni nella cooperazione con la Repubblica islamica, e che dovranno essere contese a giganti europei come Germania e Francia e persino gli Stati Uniti. La prima vanta una lunga tradizione di rapporti commerciali con l'Iran; la seconda si è già mossa con i rappresentanti dei suoi principali settori produttivi, in particolare i big dell'auto Renault e Peugeot, mentre gli Usa, da fine 2013, hanno chiuso tre contratti con Boeing.

Antica tradizione
D'altra parte, nelle relazioni con Teheran, l'Italia dovrebbe essere «privilegiata», ha «un'antichissima tradizione», «ha mantenuto la porta aperta sul piano politico all'Iran anche nei momenti più difficili dei rapporti tra l'Iran e la comunità occidentale, e nelle relazioni tra Stati le amicizie si misurano nei momenti di difficoltà», ha sottolineato Gentiloni. E questa sua posizione privilegiata sarà utilizzata dal governo di Roma anche sul piano politico, per rassicurare chi non vede ancora di buon occhio l'accordo sul nucleare iraniano. «C'è preoccupazione da parte di Israele e dell'Arabia saudita. L'Italia può contribuire ad attenuare queste preoccupazioni e io stesso incontrerò venerdì a Roma il ministro degli Esteri saudita», ha detto il ministro.

Coinvolgimento dell'Iran
L'Italia, d'altra parte, sostiene la necessità che tutti comprendano che un Paese importante come l'Iran non può essere tenuto fuori dal gioco politico della regione. «C'è un interesse di tutti a coinvolgerlo in questa prospettiva di solidarietà», ha spiegato il titolare della Farnesina. Ed è «realistico» pensare che Teheran possa giocare un ruolo importante per una soluzione della crisi siriana, che potrebbe configurarsi al termine di un sempre più probabile «processo di transizione». Non è un caso che proprio oggi nella capitale iraniana vi fossero anche il ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, e un inviato del presidente russo Vladimir Putin. «Penso che nei prossimi mesi dall'Iran potrà venire un contributo costruttivo» su questo spinoso dossier, ha commentato Gentiloni.