20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Incendio appiccato da coloni israeliani

Netanyahu: bimbo palestinese bruciato vivo è un atto di terrorismo

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito atto di terrorismo che la morte del bambino palestinese di 18 mese bruciato vivo nell'incendio appiccato da coloni israeliani alla sua casa

GERUSALEMME (askanews) - La morte del bambino palestinese di 18 mesi, bruciato vivo nell'incendio appiccato da coloni israeliani alla sua casa, è «un atto di terrorismo sotto ogni aspetto». Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Atto di terrorismo
Secondo quanto riferito da fonti di sicurezza palestinese, quattro coloni hanno dato alle fiamme la casa situata nel villaggio di Doma, nei pressi di Nablus, uccidendo il bambino, e ferendo i genitori e un altro bambino. «E' un atto di terrorismo sotto ogni aspetto», ha detto Netanyahu in un comunicato, sottolineando di aver dato ordine alle «forze di sicurezza di ricorrere a ogni messo per arrestare i responsabili e condurli davanti alla giustizia»

La ricostruzione dei fatti
Stando alla ricostruzione riportata dal quotidiano israeliano Haaretz, due uomini a volto coperto sono arrivati attorno alle 4 di questa mattina vicino a due case del villaggio di Duma, non lontano dall'insediamento di Migdalim, hanno scritto «vendetta» e «lunga vita al Messiah» in ebraico, hanno rotto i vetri delle finestre e hanno lanciato due bombe incendiarie. Una delle due case era vuota, mentre nell'altra c'era la famiglia del bimbo di 18 mesi che dormiva. Secondo alcuni testimoni, il padre è riuscito a trarre in salvo la moglie e l'altro figlio di 4 anni, mentre non è stato in grado di fare nulla per il bimbo più piccolo. Un testimone ha riferito di aver visto quattro persone fuggire dalla scena, inseguite da alcuni residenti, e riparare nell'insediamento di Maaleh Ephraim.