Muore il falco Primakov. Traghettò la Russia dalla perestrojka a Putin
È stato premier e anche ministro degli Esteri. Ma non solo. Iniziò la sua carriera come giornalista radiofonico e inviato speciale negli anni 60. Fu allora che entrò nel vivo la sua attività nei servizi segreti sovietici e poi russi, sino al vertice, quando venne nominato direttore del Servizio Segreto Estero (SVR), carica che ricoprì dal 1991 al 1996.
MOSCA (askanews) - Nome in codice «Maksim», con Evgeny Primakov - morto oggi all'età di 85 anni - scompare un intero capitolo di storia russa. Considerato un falco, con una biografia ricchissima, era un protagonista e un testimone dei molti cambiamenti che hanno interessato Mosca dagli anni 80 a oggi. È stato premier e anche ministro degli Esteri. Ma non solo. Iniziò la sua carriera come giornalista radiofonico e inviato speciale negli anni 60. Fu allora che entrò nel vivo la sua attività nei servizi segreti sovietici e poi russi, sino al vertice, quando venne nominato direttore del Servizio Segreto Estero (SVR), carica che ricoprì dal 1991 al 1996.
Sostenitore del multilateralismo, come alternativa all'egemonia globale degli Stati Uniti, porta il suo nome una dottrina di politica estera - dottrina Primakov, appunto - basata sulla mediazione, ed una contemporanea espansione dell'influenza verso il Medio Oriente e le ex repubbliche sovietiche. Sua è anche l'idea di un rafforzamento delle alleanze con Cina e India per contrastare le «rivoluzioni colorate» in Asia Centrale. La sua «notevole abilità diplomatica» venne riconosciuta anche da Giulio Andreotti.
Primakov fu primo ministro dal settembre 1998 sotto la presidenza di Boris Eltsin e durante la campagna della NATO in Kosovo, ma la sua carica durò meno di un anno. Il primo capo di stato della Russia post-sovietica decise di fare a meno di lui - il 12 maggio 1999 - con tutta probabilità perchè la personalità del primo ministro rischiava di metterlo in ombra. A Primakov si riconosce comunque di aver spinto alcune riforme molto complesse per la Russia, la maggior parte delle quali ebbero poi successo, come la riforma fiscale.
Era nato il 29 ottobre 1929. Fu anche inviato speciale del fautore della perestrojka, Mikhail Gorbaciov, in Iraq, nel periodo che portò alla Guerra del Golfo, ed in tale veste ebbe colloqui con Saddam Hussein.
Di un suo preziosissimo libro di memorie, esiste una traduzione italiana, con il titolo emblematico «Dall'Urss alla Russia». Fra tutti durissimo ma inappuntabile il suo giudizio sul Medio Oriente: non è stato mai in grado di raggiungere e sostenere uno stato né di guerra né di pace, che avrebbe potuto portare alla creazione della stabilità territoriale del'area. Il libro viene descritto come le memorie dell'uomo che, in veste prima di capo dello spionaggio e poi di primo ministro sotto Eltsin, ha traghettato la politica russa fino all'avvento di Vladimir Putin.
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