9 maggio 2024
Aggiornato 18:00
Venti di Guerra Fredda sul Vecchio Continente, ma non tutti odiano Putin

L’Europa è «russofoba»?

A quasi trent'anni di distanza, tornano a spirare i venti della Guerra Fredda, e la tensione tra Russia e Occidente è alle stelle. Ma a rompere la «russofobia» europea, si levano alcune autorevoli voci a favore del dialogo. Ecco quali

MOSCA – Il muro di Berlino è caduto da un pezzo, eppure sembra di vivere ai tempi della Guerra Fredda. Era da quasi un trentennio che il mondo non appariva tanto spaccato in due. Ma sebbene la retorica ufficiale dell’Ovest presenti Mosca come una minaccia da punire con  le sanzioni e contenere con le armi, nello stesso blocco occidentale si sono levate non poche voci di dissenso. Voci che esortano il Vecchio Continente ad abbandonare la sua prospettiva «russofoba».

Il mecenate tedesco contro le sanzioni
L’Europa dovrebbe unirsi ed evitare conflitti interni, altrimenti verrà spartita tra Stati Uniti e Cina. A parlare è il mecenate e imprenditore tedesco Reinhold Würth, in un’intervista rilasciata al giornale svizzero «Neue Zürcher Zeitung». Würth è uno dei tanti uomini d’affari europei che ha visto significativamente ridotta la sua attività a causa delle sanzioni. A suo avviso, l’intesa con l’Occidente è possibile, a condizione, però, che quest’ultimo cambi prospettiva. L’80enne imprenditore, infatti, non sembra aver gradito le parole di Barack Obama, che ha recentemente definito la Russia una «potenza regionale»: espressione che, a suo avviso, umilierebbe Mosca. E la Russia, per Würth, avrebbe le sue ragioni anche sulla crisi ucraina: perché la maggior parte della popolazione della Crimea sognava l’annessione.

Lo storico britannico contro la storica russofobia europea
Altro appello «russofilo» è giunto dall’occidentalissima Gran Bretagna, dove lo storico Orlando Figes, in un’intervista al giornale tedesco «Tageszeitung»  ripresa da Sputnik, ha parlato della «russofobia» come di un atteggiamento da sempre caratterizzante gli europei. «I russi sono asiatici, Unni e demoni, noi no. Gli ucraini sono buoni, i russi sono cattivi. Nel XIX secolo i polacchi erano buoni mentre i cattivi erano i russi. E' una semplificazione che non porta a nulla e non giova a nessuno», ha sottolineato. A suo avviso, «Se crediamo che la Russia risponda solo con la forza, la situazione può soltanto peggiorare ulteriormente». «L'unico modo possibile è quello di cercare di stabilire una nuova forma di dialogo, senza rinunciare contemporaneamente ai principi», ha aggiunto. E naturalmente, la rinascita e la diffusione di stereotipi da Guerra Fredda non contribuiscono a instaurare un clima di collaborazione. Perché «Non aiutiamo noi stessi, consentendo alla russofobia di radicarsi nella nostra comprensione della Russia e nelle nostre aspettative da essa».

Italia il Paese meno russofobo?
Del resto, il Paese europeo dove tale «russofobia» ha meno attecchito, secondo Sputnik, sarebbe proprio l’Italia. Atteggiamento dimostrato dalla recentissima visita di Putin in Italia, «giustificata» con l’occasione Expo, ma che sarebbe soltanto l’ultima e più evidente manifestazione di un’amicizia che nemmeno le ultime tensioni hanno rotto. Secondo tale lettura, gli italiani sarebbero il popolo che meno apprezza le sanzioni, mentre Renzi sarebbe costretto a barcamenarsi tra la necessaria alleanza atlantica e la volontà di mantenere con Mosca la nostra relazione amichevole. Una relazione che l’alleanza atlantica ci avrebbe «concesso» di salvare, a patto di non strabordare dalla «linea ufficiale». E non è un caso, forse, che il giornale scelto da Putin per gridare all’Europa di non essere un aggressore è stato il Corriere della Sera. A questo punto, la scelta è tutta nelle mani del Vecchio Continente.