Pechino si autoincensa nel suo «libro bianco» sui diritti umani
Un approccio che sicuramente si scontrerà con i giudizi negativi delle organizzazioni internazionali per i diritti umani, oltre che quelli della periodica valutazione che viene elaborata dal Dipartimento di Stato USA ed è sempre oggetto d'infinite polemiche.
PECHINO (askanews) - Non è stato avaro di complimenti il primo rapporto del governo cinese sul progresso dei diritti umani. Un approccio autoincensatorio, quello di Pechino, che sicuramente si scontrerà con i giudizi negativi delle organizzazioni internazionali per i diritti umani, oltre che quelli della periodica valutazione che viene elaborata dal Dipartimento di Stato USA ed è sempre oggetto d'infinite polemiche.
«Le conquiste prodigiose che la Cina ha conseguito nel suo approccio ai diritti umani dimostra pienamente che sta prendendo una strada giusta verso lo sviluppo dei diritti umani che sia adatta alle sue condizioni nazionali», si legge nel libro bianco intitolato «Progresso dei diritti umani in Cina nel 2014», un ampio documento che consta di nove capitoli e 14mila caratteri. E' stato pubblicato nella sua completezza sul sito internet dell'agenzia di stampa ufficiale Xinhua.
Il documento evidenzia i risultati della riforma giudiziaria che, a dire di Pechino, e della pubblicità dei processi attraverso la diffusione su internet di 6,29 procedimenti giudiziari. Inoltre, il governo di Pechino ha sottolineato che, in base ai principi di «reati e pene sulla base delle leggi», «nessuna condanna nei casi dubbi» e «giudizio sulla base di prove», ci sono state 518 assoluzioni lo scorso anno e 1.317 correzioni di sentenze sbagliate.
Inoltre il documento pone l'accento sul «diritto allo sviluppo» come diritto umano, cioè sul tema del progresso economico, sottolineando la crescita del Pil cinese del 7,4 per cento su base annua, la creazione di 13,22 milioni di posti di lavoro n città, l'aumento della produzione di grano, la crescita della quota di cittadini rurali che hanno libero accesso all'acqua, l'aumento del reddito disponibile per i cittadini dell'8 per cento rispetto all'anno precedente.
La Cina è sostenitrice di un approccio collettivo ai diritti umani di sapore molto confuciano, che in realtà stride con quello «individualistico» dell'Occidente. Questo non la mette al riparo da critiche da parte delle Ong per di ritti umani, che in molti documenti denunciano le violazioni del diritto alla parola, gli arresti di giornalisti e dissidenti. «La concezione dei diritti umani varia in diversi paesi e viene aggiornata sulla base della realtà in cambiamento. Il resto del mondo deve rispettare le specifiche condizioni e tradizioni della Cina», ha spiegato in un sommario la Xinhua.
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