24 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Verso l'accordo sul nucleare con Teheran

I Paesi del Golfo chiedono a Obama sicurezza e difesa. Dall'Iran

Un rafforzamento dei rapporti per garantire la sicurezza e la difesa della regione. E' la richiesta che i leader dei Paesi del golfo Persico presenteranno domani e dopodomani durante i vertici alla Casa Bianca e a Camp David con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

NEW YORK (askanews) - Un rafforzamento dei rapporti per garantire la sicurezza e la difesa della regione. E' la richiesta che i leader dei Paesi del golfo Persico presenteranno domani e dopodomani durante i vertici alla Casa Bianca e a Camp David con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

Agli Stati Uniti i Paesi del Golfo chiedono impegno sulla sicurezza
Le delegazioni dei sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo sono particolarmente sensibili sui temi della sicurezza e della stabilità e chiederanno agli Stati Uniti un impegno specifico a proteggere la regione da possibili minacce esterne. Una richiesta che nasconde il timore per l'Iran, che potrebbe uscire molto rafforzato dall'accordo sul programma nucleare in discussione con sei potenze mondiali, e criticato dai sunniti, con in testa l'Arabia Saudita. «In passato, siamo sopravvissuti con un accordo tra gentiluomini con gli Stati Uniti sulla sicurezza» ha detto al Washington Post Yousef al-Otaiba, ambasciatore a Washington per gli Emirati Arabi Uniti, uno dei sei Paesi del Consiglio. «Oggi, abbiamo bisogno di qualcosa di scritto. Abbiamo bisogno di qualcosa istituzionalizzato».

Timore di cambiamenti di alleanze nella regione
Obama ha annunciato il summit lo scorso mese, nel giorno in cui è stato trovato l'accordo di massima sul nucleare con Teheran. I Paesi del golfo Persico non solo temono un rafforzamento dell'Iran, ma anche un cambiamento nelle alleanze statunitensi nella regione. Gli Stati Uniti, che mantengono più di 35.000 membri delle forze armate nell'area del golfo Perisco, con basi aeree e navali che servono come quartier generale per le operazioni statunitensi nella regione, hanno espresso decenni fa la volontà di usare anche la forza per difendere i partner nella regione; una promessa ribadita da Obama nel discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013. Washington e i Paesi del Consiglio di cooperazione collaborano contro il terrorismo e su altre minacce per la regione, ma priorità e obiettivi speso differiscono.

Nodo sanzioni all'Iran
I leader sunniti dell'intero Medio Oriente osservano con preoccupazione il tentativo degli iraniani (sciiti) di estendere il loro potere con armi, soldi e truppe, come sta succedendo in Iraq, Siria, Libano e Yemen. Qualsiasi accordo sul nucleare che allievi le sanzioni contro Teheran non farebbe altro che rafforzare il piano iraniano. Washington, pur condividendo in parte le preoccupazioni, crede però che la prima minaccia da eliminare sia quella nucleare. Con un accordo sul programma nucleare iraniano, è l'opinione dell'amministrazione Obama, diventerebbe più facile affrontare le altre minacce.

Cooperazione
Durante la cena alla Casa Bianca, domani sera, e nella giornata che trascorreranno a Camp David giovedì, i leader discuteranno di «quello che possiamo fare insieme», ha detto il viceconsigliere per la sicurezza nazionale, Ben Rhodes. Messo da parte il disegno di un'alleanza difensiva in stile Nato tra i Paesi del Consiglio di cooperazione e gli Stati Uniti, perché un trattato simile non avrebbe alcuna possibilità di essere approvato dal Senato statunitense, le monarchie del Golfo vorrebbero almeno ricevere dagli Stati Uniti più armi sofisticate e organizzare ulteriori esercitazioni militari congiunte. Non andrà negli Stati Uniti il re dell'Arabia Saudita, Salman, che sarà rappresentato dal principe ereditario Mohammed bin Nayef e dal figlio minore, e attuale ministro della Difesa, Mohammed bin Salman, regista dell'offensiva militare in corso in Yemen. Il segnale di tensioni che non saranno risolte a breve.