Il patriottismo putiniano si misura da un nastrino
Simbolo della vittoria sui nazisti, non si vende: si regala. E' la lentochka, un nastrino che è assurto a simbolo del patriottismo sovietico e putiniano. Una risposta russa al papavero rosso e nero usato per ricordare le vittime della guerra in Gran Bretagna, e ora anche in Ucraina.
MOSCA (askanews) - Un tassista, dopo essere stato pagato, allunga al cliente un nastro nero-arancio e dice: «Buona festa della Vittoria». Il simbolo del patriottismo russo e del 9 maggio - giorno in cui si commemora la sconfitta delle forze naziste - è tutto lì, in quei 20 centimetri di stoffa bicolore, che si ritrovano un po' ovunque a Mosca.
Il nastro patriottico
Attaccati alla borsetta di una passante o spillati sopra al cartellino con nome di un cameriere, in una delle tante caffetterie della capitale russa. Al petto di un anziano che si trascina verso casa, sulle gambe malferme, o sul lunotto posteriore di una fuoriserie. Appiccicati sui nuovissimi carri blindati Armata, che parteciperanno per la prima volta alla parata militare sulla Piazza Rossa, o stampati sulle bandiere rosse che in questi giorni costellano la capitale russa.
Contro il papavero rosso e nero
La «lentochka» («il nastrino» in russo) è in questi giorni il termometro del patriottismo crescente nella terra di Putin. Nonchè un simbolo nella lotta della propaganda: la risposta al papavero rosso e nero, ampiamente usato in Gran Bretagna per commemorare il sacrificio nelle due guerre mondiali e altri conflitti successivi. Non a caso il papavero, al posto della lentochka, è ora utilizzato anche in Ucraina, in seguito al rifiuto ufficiale di tutta la simbologia sovietica. Un chiaro segnale di distacco da Mosca. Tanto che Dmitry Kiselyov, uomo di punta della comunicazione filoputiniana ha definito il nastro un segno del sostegno per i militanti filo-russi che combattono in Ucraina orientale, «che lo hanno adottato come loro distintivo d'onore» ha detto.
Commemorare la Guerra
In una Russia dove il futuro è anche recupero del passato, mentre il potere continua a strizzare l'occhio alla simbologia sovietica, qualsiasi bandiera o segno ha più letture. Per molti, tuttavia, indossare il nastro è un semplice atto di ricordo e di rispetto. Se si ferma chi accetta le lentochke dai volontari che le distribuiscono a Mosca, e gli si chiede perché ha deciso di indossarne una, spesso si sentono parole di gratitudine verso coloro che hanno combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. Molti citano i membri della propria famiglia che hanno partecipato all'ultimo conflitto.
E' ovunque
L'immagine del nastro è più di un marchio di fabbrica. È ovunque, dai gelati, all'imballaggio dell'insalata sino alle bollette del telefono e della luce. Non si compra, ma si regala. Ci sono 20 centri di distribuzione gestiti da volontari. Ma crea anche qualche diverbio in seno alla società russa, sempre più patriottica: secondo il Moskovsky Komsomolets il simbolo è stato «screditato e svalutato, tra dolci e spettacoli circensi, e anche dalla facilità con cui è possibile partecipare, legandolo allo specchietto laterale o alla borsa». E il commento ricorda un po' - forse non a caso - la poesia di Vladimir Majakovskij, «Sulla spazzatura», dove il poeta più amato da Stalin si immagina come Marx dal quadro sulla parete, storca il naso davanti all'uso della falce e martello, come quasi un brand occidentale.
La vittoria sulla Germania
Il simbolo si richiama ai tempi dell'Impero russo e all'Ordine di San Giorgio, ripreso dall'Urss nella Medaglia «Per la vittoria sulla Germania» e «L'Ordine della Gloria». Tuttavia l'azione pubblica per la distribuzione di nastri simbolici dedicati alla celebrazione del Giorno della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, è diventata nel 2005 un'iniziativa dell'agenzia di stampa russa Ria Novosti e della comunità degli studenti. Insomma qualcosa che appartiene totalmente alla Russia di Vladimir Putin, più volte accusato in Occidente di voler far rivivere l'Unione sovietica, non solo attraverso la simbologia, ma anche fisicamente con la ricostruzione dello spazio dell'Urss attraverso l'Unione eurasiatica.
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