24 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Per Pyongyang i fatti di Ferguson ne sono la prova

Il Nordcorea accusa: «USA, pozzo nero dei diritti civili»

Pyongyang approfitta dei fatti di Ferguson per attaccare gli Usa: secondo la Corea del Nord, quanto accaduto palesa la reale immagine degli Stati Uniti, dove «atti estremi di discriminazione razziale sono apertamente praticati». Tutto questo, dopo la risoluzione ONU che interpella Pyongyang per crimini contro l'umanità

ROMA - C'è un Paese dove la dignità dei cittadini è sistematicamente violata, una vera e propria «tundra» per i diritti umani: sono gli Stati uniti. Ad affermarlo non è propriamente un «insospettabile», ma la Corea del Nord, appena condannata dalle Nazioni unite per le crasse violazioni dei più fondamentali principi del diritto umanitario, che ha colto l'occasione degli eventi di Ferguson per puntare il dito contro gli arcinemici Usa.

USA TUNDRA DEI DIRITTI UMANI - Un portavoce di Pyongyang ha affermato che l'uccisione di un giovane disarmato a Ferguson, che ha provocato la furia della comunità afroamericana nella città del Missouri, e il seguente proscioglimento dell'agente bianco che ha sparato, sono «una chiara prova della reale immagine degli Stati uniti come una tundra dei diritti umani, dove atti estremi di discriminazione razziale sono apertamente praticati».Le dichiarazioni vengono una settimana dopo che l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato una risoluzione con la quale chiede al Consiglio di sicurezza di deferire Pyongyang alla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità. La risoluzione, presentata da Unione europea e Giappone, si è basata su un rapporto Onu pubblicato a febbraio, nel quale si accusa la Corea del Nord di praticare abusi «senza paralleli nel mondo contemporaneo».

GLI USA, DAL LORO PULPITO, NON CI POSSONO GIUDICARE - La Corea del Nord ha respinto le accuse, ha condannato la risoluzione e ha affermato che è stata presentata solo per cercare di umiliarla su ordine degli Stati uniti. «La grande ironia - ha detto ancora il portavoce - è che gli Usa cercano di misurare gli altri paesi con i loro standard sbagliati sui diritti umani, mentre loro stessi violano regolarmente i diritti umani». E il presidente Usa Barack Obama, sempre secondo Pyongyang, cerca di «giustificare» la discriminazione razziale parlando di stato di diritto. La risoluzione Onu ora passerà al Consiglio di sicurezza dove, prevedibilmente, Cina e Russia porranno il veto. Ciononostante, Pyongyang ha minacciato «conseguenze catastrofiche» per chi ha sostenuto la risoluzione.