29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Da dodici anni nel paese

Emergency, prima perdita in Afghanistan

Un'ambulanza per il trasporto dei feriti è rimasta coinvolta nei combattimenti nel distretto di Tagab, provincia nord-orientale di Kapisa, e l'autista è rimasto ucciso: Hamza Khan, è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ed è morto. Amnesty: «Nessuna giustizia per i civili uccisi dagli USA in Afganistan».

KABUL - Oggi Emergency ha avuto la sua prima perdita in Afghanistan. Un'ambulanza per il trasporto dei feriti è rimasta coinvolta nei combattimenti nel distretto di Tagab, provincia nord-orientale di Kapisa, e l'autista è rimasto ucciso: Hamza Khan, è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ed è morto.

L'ambulanza stava andando al posto di primo soccorso di Emergency a Tagab, dove erano stati portati numerosi feriti dei violenti scontri a fuoco delle ultime ore, per aiutare a trasferire i pazienti verso il nostro Centro chirurgico di Kabul. Hamza lavorava con Emergency da dodici anni, con grande passione e serietà. L'ong ha espresso la sua vicinanza e solidarietà alla famiglia dell'autista.

Tutte le strutture sanitarie di Emergency in Afghanistan stanno lavorando a pieno ritmo. I centri chirurgici per vittime di guerra sono sempre pieni. A luglio, solo nel Centro chirurgico di Kabul abbiamo ricoverato 326 pazienti per ferite di guerra (oltre a 604 visite in pronto soccorso). Il 20% dei feriti aveva meno di 14 anni. È il numero più alto di ricoveri, in un solo mese e in un solo ospedale, dall'inizio delle nostre attività in Afghanistan nel 1999.

Amnesty: nessuna giustizia per civili uccisi da Usa in Afganistan - Le famiglie di migliaia di civili uccisi dai militari americani in Afghanistan sono state abbandonate senza che sia stata fatta giustizia o abbiano ricevuto un risarcimento. Lo sostiene Amnesty International, con un rapporto che è una schiacciante accusa contro Washington, mentre gli Stati Uniti si preparano a ritirare le loro forze dopo oltre dieci anni di presenza nel Paese.

L'ong spiega di avere raccolto le prove che mettono in luce come «il sistema giudiziario dell'esercito americano sia profondamente difettoso". Questo - si legge ancora - ha "portato a una cultura dell'impunità». Il presidente afgano Hamid Karzai ha più volte attaccato le forze militari statunitensi per i feriti e i morti civili.

La Nato ha detto di voler prendere in considerazione le accuse a lei rivolte nel documento, intitolato Left in the Dark (Lasciati al buio) e di voler aprire indagini su ogni singolo caso. Amnesty ha intervistato 125 testimoni oculari afgani a proposito di 16 attacchi e ha raccolto dati riguardo 97 incidenti dal 2007 a oggi. L'ong ha ricordato che il suo rapporto fa riferimento a i dati compilati dalle Nazioni Unite.

Amnesty tuttavia ricorda nel suo rapporto che la maggior parte dei civili sono stati uccisi dai talebani e dagli altri gruppi armati nel Paese. L'ong ha deciso di concentrarsi sugli Stati Uniti - invece che sugli altri Paesi Nato - perché è la forza più grande dispiegata sul territorio.

Entro la fine dell'anno dovrebbe avvenire il ritiro americano. Potrebbero restare sul territorio 10.000 militari, ma questo solo se il prossimo presidente (non è ancora chiaro chi abbia vinto le elezioni) firmerà un accordo con Washington, che Karzai finora si è rifiutato di sottoscrivere.