19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Elezioni presidenziali

Turchia, fatti e cifre sul Paese al voto presidenziale

Saranno 53 milioni i turchi che andranno alle urne domenica e poi per un eventuale ballottaggio il 24 agosto, ma i sondaggi danno Erdogan sopra il 50% necessario per vincere al primo turno. Di seguito i fatti principali su un paese a cavallo tra Asia ed Europa, in una regione che confina con Medio Oriente, Caucaso e Russia.

ISTANBUL - Il Premier Recep Tayyip Erdogan si prepara a ricevere un plebiscito nella prima elezione presidenziale a scrutinio universale nella storia della Turchia, dopo 12 anni alla guida del paese, costellati di successi e polemiche. Saranno 53 milioni i turchi che andranno alle urne domenica e poi per un eventuale ballottaggio il 24 agosto, ma i sondaggi danno Erdogan sopra il 50% necessario per vincere al primo turno.

Di seguito i fatti principali su un paese a cavallo tra Asia ed Europa, in una regione che confina con Medio Oriente, Caucaso e Russia.

Geografia: con una superficie di circa 780mila chilometri quadrati, la Turchia è poco più piccola del Pakistan, ma più grande del Cile e del Texas. Confina con Siria, Iraq, Iran, Armenia, Georgia, Bulgaria e Grecia. Con una lunga costa sul Mar Nero, di fronte alle Russia, è da 60 anni uno stato di frontiera della Nato.

Popolazione: secondo l'istituto nazionale di statistica Tuik a inizio 2013 i turchi erano 75,6 milioni. Capitale: Ankara, con circa cinque milioni di abitanti. Istanbul è la città più grande, un polo industriale e commerciale oltre 15 milioni di abitanti.

Religione: Musulmana (99%), di questi 80% sunniti, 20% aleviti. Armeni ed ebrei sono le minoranze religiose più ampie.

Storia recente: la repubblica di Turchia è stata creata come una Stato laico nel 1923 dopo il crollo dell'impero ottomano alla fine della I Guerra Mondiale. Il suo fondatore Mustafa Kemal Ataturk è stata presidente fino alla morte nel 1938. Il suo successore Ismet Inonu ha introdotto una democrazia multipartitica nel 1946. La Turchia ha subito tre colpi di Stato militari, nel 1960, 1971 e nel 1980. Nel 1997, una campagna guidata dall'esercito costrinse alla dimissioni il primo governo a guida islamica del Paese. Dal 1984, Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) guida una ribellione armata della minoranza curda nel sudest che è costata oltre 40mila morti. Da un anno e mezzo è in atto una tregua di fatto.

Politica: Il partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), di matrice islamica, che si descrive come un movimento conservatore democratico, è arrivato al potere nel novembre 2002. Il suo leader Recep Tayyip Erdogan è premier da marzo 2003. Nelle ultime elezioni politiche del 2011 l'Akp ha ottenuto quasi 50% dei voti, vincendo anche le elezioni locali del 31 marzo scorso, nonostante uno scandalo di corruzione che ha fatto vacillare il governo. Dopo le elezioni Erdogan andrà a a sostituire il suo compagno di partito Abdullah Gul, presidente dal 28 agosto 2007. Nel 2005, la Turchia ha avviato i negoziati per l'adesione all'Unione europea, ma il processo è fermo per la questione cipriota e l'opposizione dei vari paesi membri della Ue.

Economia: la Turchia è una delle economie emergenti più seguite. La crescita conomica turca ha sorpreso in positivo nel primo trimestre di quest'anno, con un incremento del 4,3% rispetto a un anno prima. La Banca mondiale stima per quest'anno un incremento del 3,5%. La Lira turca ha perso quota contro dollaro in parte per un generale deflusso di fondi dai mercati emergente. Punto debole dell'economia turca è l'ampio deficit corrente, 65 miliardi di dollari lo scorso anno secondo la banca centrale.

Forze armate: nella Nato dal 1952, la Turchia ha oltre mezzo milione di di donne e uomini sotto le armi, che ne fanno uno dei più grossi eserciti dell'alleanza. Dall'arrivo al potere il governo Erdogan ha limitato lo strapotere dei militari, un tempo custodi della tradizione laica repubblicana.