23 aprile 2024
Aggiornato 11:30
La crisi ucraina

Boeing 777, la Russia para i colpi

I registratori di bordo del Boeing 777 precipitato sono stati consegnati agli esperti britannici. Il verdetto dovrebbe essere emesso dopo un’indagine multilaterale. Ma, a quanto risulta, l’Occidente ha già nominato il responsabile della catastrofe. È facile indovinare che lo è la Russia.

MOSCA - L’Ucraina e l’Occidente sono estremamente interessati a trovare qualche prova della colpa della Russia nella tragedia del volo MH17.

I registratori di bordo del Boeing 777 precipitato sono stati consegnati agli esperti britannici. Il verdetto dovrebbe essere emesso dopo un’indagine multilaterale. Ma, a quanto risulta, l’Occidente ha già nominato il responsabile della catastrofe. È facile indovinare che lo è la Russia.

Mosca viene sottoposta a pressioni internazionali senza precedenti. Sulla base delle prove molto dubbie concesse dall’Ucraina i politici occidentali e i maggiori media la indicano come la fonte di tutti i problemi. Nel modo più preciso questa tesi è stata formulata dal premier britannico David Cameron: «Se l’aereo è stato abbattuto dalle milizie, la Russia deve risponderne». L’attacco in grande stile a Mosca è comparabile con le accuse mosse all'Iraq nel 2002 e alla Siria nel 2013. Queste accuse sono chiamate a cacciare la Russia in un angolo, ad isolarla nell’arena internazionale, ad emarginarla dalla geopolitica, a costringerla a rinunciare alle pretese su un ruolo paritetico nella soluzione delle questioni di importanza mondiale e regionale. Nelle condizioni di tale pressione sarà molto difficile condurre un’indagine imparziale, dice Vladimir Evseev, direttore del Centro di ricerche socio-politiche:

Il responsabile è stato già nominato. È la Federazione Russa. Adesso si cerca di dimostrare che sia responsabile di tutto. In questo caso bisogna partire dal fatto che nessuno dei maggiori paesi occidentali, in prima luogo gli USA, Gran Bretagna, Canada, Australia, ossia tutti i più stretti alleati americani, intende svolgere l’indagine in merito. Faranno di tutto per non ammettere un’indagine obiettiva. Pertanto qualsiasi informazione obiettiva non sarà da loro accettata, sarà respinta senza un esame serio.

Mosca ha invitato a non usare la tragedia negli interessi politici ed ha esposto i propri giudizi sul possibile sviluppo degli avvenimenti nel cielo su Donetsk, ma finora non ha ricevuto né risposte alle sue domande, né prove della presunta colpa delle milizie. Lo ha dichiarato Anatolij Antonov, ministro della Difesa della Russia:

È stato comunicato che i dati della ricognizione tecnica degli USA e le foto scattate dai satelliti confermerebbero il fatto del lancio del missile dal territorio controllato dalle milizie. Ma dove sono questi dati? Perché non sono stati presentati al pubblico? A questi dati viene data l’ultima mano? Perché non sono stati commentati i dati riportati durante il briefing nel Ministero della Difesa della Russia?

È da notare che, secondo uno dei quattro esperti americani, a giudicare dalle notizie dei media la Russia potrebbe aver attinenza con la creazione delle condizioni per il lancio del missile. È positivo che almeno tre di questi quattro esperti hanno taciuto. Ma questo quarto esperto, che lancia tali accuse, è capace di argomentare in qualche modo? O tutto di nuovo è già deciso in anticipo?

I rappresentanti americani hanno escluso l’attinenza con la tragedia dei militari ucraini. Dicono che l’aereo volava fuori del raggio di azione dei missili. Ma sorge la domanda: possono questi americani garantire che sia stato così? Sanno forse dove in Ucraina sono installati tutti i sistemi missilistici? Come gli americani possono commentare i dati russi fornito dal controllo obiettivo? O non hanno semplicemente niente da dire?

Le prove più inconfutabili sono i dati del controllo obiettivo, ossia dei radar, del sistema di controllo del traffico aereo della regione, del gruppo delle truppe antiaeree dispiegate lungo la rotta dell’aereo, i dati sull’intensità dei voli dell’aviazione militare dell’Ucraina con la determianzione degli aereodromi di stanziamento. Sono particolarmente preziose le registrazioni dei contatti dei controllori di volo con l’equipaggio dell’aereo e delle conversazioni svolte tra di loro dagli addetti ai sistemi antiaerei. Tutti questi dati sono posseduti indubbiamente dai militari ucraini. Perché nessuno per momento, eccetto la Russia, chiede di presentare immediatamente questi dati? - chiede il generale a riposo Aleksandr Maslov, già capo dello Stato maggiore della Difesa contraerea della Russia. Secondo la sua opinione, Kiev dovrebbe consegnare sollecitamente tutti questi dati alla comunità internazionale.

Tuttavia, stando alle parole di diplomatici russi, invece dell’aiuto ad un’indagine internazionale imparziale, le autorità ucraine svolgono un lavoro chiuso al pubblico con i supporti informatici del servizio di controllo dei voli dell’Ucraina e con i controllori stessi. Tutto ciò può essere interpretato come lavoro atto a falsificare i fatti a favore della versione degli avvenimenti fornita da Washington. In quanto in realtà non esiste nessuna prova della colpa della Russia, sostiene Serghej Mikhajlov, senior researcher del centro di ricerche euro-atlantiche presso l’Istituto di ricerche strategiche della Russia:

Tutta la situazione attorno alla catastrofe del Boeing è molto politicizzata. Secondo la posizione politica degli USA, la Russia è colpevole di tutto, la Russia deve capitolare, la Russia deve, come dicono, usare tutta la sua influenza per esercitare pressioni sulle milizie. In che cosa dovrebbe consistere questa pressione? La Russia dovrebbe forse, per dirlo senza mezzi termini, invitare i miliziani a commettere suicidio. Devono deporre le armi ed arrendersi a discrezione delle guardie nazionali e dei politici di Kiev che hanno perso l’equilibrio psichico. Lo slogan è questo: la Russia è responsabile sempre e di tutto. Pertanto l’approccio americano appare del tutto logico: le vostre prove non significano niente, la colpa è lo stesso vostra, non riteniamo nemmeno necessario presentare prove di sorta. In realtà, più probabilmente, non dispongono di nessuna prova.

Secondo l’opinione di Andrej Sušenćov, professore dell’Istituto statale delle relazioni internazionali di Mosca e direttore dell’agenzia analitica «Politica estera», i tentativi di isolare la Rusia nell’arena internazionale sono votati al fallimento. L’attuale impennata antirussa non durerà a lungo. La Russia e l’Occidente hanno una lunga esperienza di superamento delle crisi nei propri rapporti. Quello che succede adesso non esorbita dal quadro della norma storica. In questo caso la Russia non persegue l’obiettivo strategico di contrapposizione con l’Occidente e non intende isolarsi. La sua strategia è a lungo termine ed è sopportata da risorse. I suoi obiettivi sono stabili. La crisi attorno all’aereo malese dimostra che la Russia sa parare i colpi.