19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Accordo vicino

Nucleare iraniano, Kerry vola a Ginevra

Il capo della diplomazia di Washington si recherà in Svizzera «nel tentativo di contribuire a ridurre le differenze nei negoziati», su invito dell'alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Catherine Ashton, ha confermato un responsabile americano

GINEVRA - L'accordo tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare iraniano sembra ormai una questione di ore e il segretario di Stato Usa John Kerry, attualmente in missione in Medio Oriente, ha deciso di recarsi oggi a Ginevra per partecipare all'ultima fase dei colloqui. Il capo della diplomazia di Washington si recherà in Svizzera «nel tentativo di contribuire a ridurre le differenze nei negoziati», su invito dell'alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Catherine Ashton, ha confermato un responsabile americano.

Ieri il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha definito «possibile» un accordo con il Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) sull'annoso dossier iraniano prima della fine dei colloqui di Ginevra, prevista per questa sera.

Lo scorso settembre, all'Assemblea generale dell'Onu, il presidente iraniano Rohani aveva condotto un'offensiva diplomatica per dimostrare che l'Iran vuole uscire dal suo isolamento internazionale, rendendosi protagonista di una storica telefonata col presidente americano Barack Obama.

«Spero che entro domani mattina potremo cominciare un serio lavoro per preparare qualche tipo di comunicato congiunto», ha affermato da parte sua alla Cnn il ministro Zarif, che ha cancellato un viaggio di lavoro a Roma per rimanere a Ginevra.

L'Iran, impoverito dalle pesanti sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati, spera di poter tornare ad aprirsi agli scambi commerciali internazionali, anche per risolvere la sua situazione economica e sociale interna, ormai esplosiva. Un eventuale accordo, secondo fonti di Washington, potrebbe portare alla «sospensione parziale, mirata e reversibile delle sanzioni» contro la Repubblica Islamica. «Ciò a cui guardiamo adesso è una prima fase, un primo passo, una prima intesa che impedisca al programma nucleare iraniano di andare avanti (...) e che potenzialmente potrebbe farlo tornare parzialmente indietro», hanno spiegato alcune fonti.

Per gli occidentali d'altronde un principio di accordo con l'Iran significherebbe una riduzione delle tensioni in un'area esplosiva come il Medio oriente, complicata dalla guerra civile in Siria, del cui regime l'Iran è il principale alleato regionale: ma avrebbe anche una notevole influenza sui prezzi del petrolio e dell'energia. Israele, storico nemico di Teheran nella regione, ha però messo in guardia contro una possibile intesa con l'Iran per bocca del suo premier Benjamin Netanyahu, che l'ha definita «un errore di proporzioni storiche».