28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
A quarant'anni dalla sentenza della Corte Suprema

Il Papa sostiene la marcia antiabortista negli USA su Twitter

«Mi unisco da lontano a tutti coloro che marciano per la vita e prego che i leader politici proteggano i nascituri e promuovano una cultura della vita», scrive Benedetto XVI in inglese dal suo account @pontifex, senza esplicitare il pur chiaro riferimento alla marcia statunitense

CITTÀ DEL VATICANO - A quarant'anni dalla storica sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti Roe versus Wade che, il 22 gennaio del 1973, legalizzò l'aborto, il Papa scrive un nuovo 'tweet' per esprimere il suo sostegno alla 'march for life' che si svolger oggi a Washington.

«Mi unisco da lontano a tutti coloro che marciano per la vita e prego che i leader politici proteggano i nascituri e promuovano una cultura della vita», scrive Benedetto XVI in inglese dal suo account @pontifex, senza esplicitare il pur chiaro riferimento alla marcia statunitense.

La 'marcia per la vita', fortemente sostenuta dalla conferenza episcopale degli Stati Uniti, si svolge oggi, anziché nel giorno esatto dell'anniversario (22 gennaio), perché Washington (e i suoi alberghi) erano ancora occupati dai sostenitori del presidente Barack Obama che il giorno precedente aveva inaugurato il suo secondo mandato. Nel corso del primo mandato, peraltro, i vescovi cattolici hanno polemizzato non di rado con l'inquilino della Casa bianca per la riforma sanitaria e, in particolare, per l'assicurazione sanitaria di pratiche contraccettive e abortive obbligatoria anche per le istituzioni religiose, ancorché a carico delle società assicurative e non delle stesse amministrazioni religiose.

Unità dei Cristiani presupposto di presenza incisiva nella società - «Nella società attuale sembra che il messaggio cristiano incida sempre meno nella vita personale e comunitaria; e questo rappresenta una sfida per tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali». Lo ha detto il Papa presiedendo i vespri nella basilica romana di San Polo fuori le mura a conclusione della settimana per l'unità dei cristiani.

«L'unità - ha detto Benedetto XVI - è in se stessa un mezzo privilegiato, quasi un presupposto per annunciare in modo sempre più credibile la fede a coloro che non conoscono ancora il Salvatore, o che, pur avendo ricevuto l'annuncio del Vangelo, hanno quasi dimenticato questo dono prezioso. Lo scandalo della divisione che intaccava l'attività missionaria fu l'impulso che diede inizio al movimento ecumenico quale oggi lo conosciamo. La piena e visibile comunione tra i cristiani va intesa, infatti, come una caratteristica fondamentale per una testimonianza ancora più chiara. Mentre siamo in cammino verso la piena unità, è necessario allora perseguire una collaborazione concreta tra i discepoli di Cristo per la causa della trasmissione della fede al mondo contemporaneo. Oggi c'è grande bisogno di riconciliazione, di dialogo e di comprensione reciproca, in una prospettiva non moralistica, ma proprio in nome dell'autenticità cristiana per una presenza più incisiva nella realtà del nostro tempo». Ospiti insieme al Papa del 'padrone di casa' cardinale James Harvey, arciprete di questa Basilica, hanno preso parte ai vespri esponenti delle diverse confessioni cristiane.