28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Inadeguato sotto il profilo delle garanzie

Iran: a Obama non piace il piano anti-nucleare

Teheran ha presentato agli Stati Uniti un suo piano per risolvere la crisi sul suo programma nucleare, ma l'amministrazione americana lo ha respinto. Tra le richieste, la fine delle sanzioni in cambio della sospensione della produzione di uranio

WASHINGTON - Teheran ha presentato agli Stati Uniti un suo piano per risolvere la crisi sul suo programma nucleare, ma l'amministrazione americana lo ha respinto ritenendolo inadeguato sotto il profilo delle garanzie. Come riporta il New York Times, il piano, in nove passi (definito per questo «a nine step plan»), prevede la graduale sospensione da parte dell'Iran delle attività di produzione dell'uranio, in cambio però di ampie concessioni, tra cui lo smantellamento delle sanzioni economiche che stanno provocando, tra le altre cose, il collasso della valuta iraniana.
Il New York Times riferisce anche che gli iraniani hanno approfittato della loro visita alle Nazioni Unite, la scorsa settimana, per raccogliere sostegni al loro piano, un segnale, secondo il quotidiano, che indica come il leader supremo, Ayatollah Ali Khamenei, stia alla fine sentendo la pressione.

Il piano iraniano si basa su una proposta fatta ai funzionari europei lo scorso luglio, riporta ancora il New York Times. In sostanza prevede una graduale revoca delle sanzioni da parte dei Paesi occidentali, mentre l'Iran si impegna a fermare la produzione di uranio in uno dei due siti utilizzati per il suo arricchimento al 20 per cento.
Solo quando sarà compiuto il non passo previsto dal piano - e tutte le sanzioni imposte a Teheran saranno revocate - Teheran sospenderà anche la produzione di uranio presso il sito sotterraneo di Fordow. Secondo i responsabili dell'amministrazione Obama, questo piano serve solo a fare i titoli sui giornali ma non offre alcuna concreta garanzia che l'Iran non possa produrre la bomba atomica.
In pratica, spiega un alto funzionario dell'amministrazione Usa, gli iraniani «possono spostare il carburante all'interno del paese e far ripartire il loro programma nucleare in un nanosecondo, mentre per imporre nuovamente le sanzioni ci vorrebbero anni».