Annan: L'ONU deve dare prova di coraggio e leadership
La Siria può ancora essere salvata, ma questo «richiede coraggio e leadership, soprattutto da parte dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, compresi i Presidente Putin e Obama»
GINEVRA - La Siria può ancora essere salvata, ma questo «richiede coraggio e leadership, soprattutto da parte dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, compresi i Presidente Putin e Obama». E' quanto scrive Kofi Annan, che oggi si è dimesso dall'incarico di inviato speciale dell'Onu e della Lega araba per la Siria, in un intervento pubblicato dal Financial Times e intitolato 'Il mio consiglio di addio su come salvare la Siria'.
SERVE UNITA' - «Solo una comunità internazionale unita può spingere entrambe le parti a impegnarsi in una pacifica transizione politica - scrive Annan - ma un processo politico è difficile, se non impossibile, quando tutte le parti, dentro e fuori la Siria, vedono l'opportunità di portare avanti la propria ristretta agenda attraverso i mezzi militari. La divisione internazionale significa sostegno ad agende per procura e appoggio al confronto violento sul terreno».
Annan chiede quindi, in particolare, a Russia, Cina e Iran di impegnarsi per «convincere la leadership siriana a cambiare linea ed accettare una transizione politica, comprendendo il fatto che l'attuale governo ha perso ogni legittimità». Da parte loro, Stati Uniti, Regno unito, Francia, Turchia, Arabia Saudita e Qatar devono invece «fare pressioni sull'opposizione perchè accetti un processo politico pienamente inclusivo, di cui facciano parte comunità e istituzioni oggi legate al governo».
GARANTIRE UNA TRANSIZIONE PACIFICA - «E' chiaro che il Presidente Bashar al Assad deve lasciare l'incarico - prosegue - tuttavia bisogna concentrare la propria attenzione sulle misure e sulle strutture per garantire una transizione pacifica a lungo termine che scongiuri un collasso caotico». L'ex inviato internazionale chiude quindi il suo intervento chiedendosi: «La nostra è una comunità internazionale che interviene in difesa dei più deboli, e fa i necessari sacrifici per aiutare? La risposta arriverà le prossime settimane in Siria».
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