Offensiva del regime di Damasco a Homs, almeno 23 morti
La Merkel torna a menzionare nuove sanzioni europee. Pillay: L'incapacità dell'ONU a mettersi d'accordo su un'azione collettiva ha «incoraggiato il governo siriano a lanciare un attacco sfrenato per schiacciare i dissidenti»
DAMASCO - Il regime siriano ha sferrato il suo attacco più violento degli ultimi giorni sulla città ribelle di Homs, «incoraggiato» secondo le Nazioni Unite dal fallimento dei Paesi occidentali e arabi nel mettere fine allo spargimento di sangue. Complessivamente 23 persone, tra cui 17 civili, sono state uccise dalle forze del regime e in occasione di combattimenti tra disertori ed esercito, ha riportato l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh).
«Sei persone sono state uccise nei bombardamenti» di Homs, «capitale della rivoluzione» che subisce dall'alba i più violenti bombardamenti da cinque giorni a questa parte. L'incapacità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a mettersi d'accordo su un'azione collettiva ha «incoraggiato il governo siriano a lanciare un attacco sfrenato per schiacciare i dissidenti», si è rammaricato l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay.
Secondo lei, «la natura e la dimensione delle estorsioni commesse dalle forze siriane segnala che crimini contro l'umanità sono stati probabilmente commessi dal marzo 2011».
La Merkel torna a menzionare nuove sanzioni europee - Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha menzionato nuove sanzioni europee contro Damasco, affermando che l'Unione europea sostiene la «posizione ferma» della Lega araba. A Homs, terza città della Siria dove più di 300 persone sono morte dal 4 febbraio in un «attacco indiscriminato contro zone civili», secondo l'ONU, il tempo stringe e la crisi umanitaria è sempre più intollerabile. «La situazione è tragica», ha affermato Hadi Abdallah, militante del «Consiglio della rivoluzione di Homs», segnalando che la gente è «barricata nei rifugi» e «i morti sepolti da una settimana nei giardini poiché anche i cimiteri e le tombe sono prese di mira».
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