Siria, in milioni alle urne mentre prosegue la protesta anti-Assad
Intanto nel paese si registrano anche oggi nuove violenze e nuovi morti. Quattro civili uccisi dalle forze di sicurezza a Idleb. ONU: Circa 5.000 le persone uccise dal regime di Assad. Obama: La credibilità di Assad è fortemente compromessa
DAMASCO - Oltre 14 milioni di elettori siriani sono chiamati oggi alle urne per le prime elezioni amministrative organizzate in Siria dall'inizio della rivolta popolare contro il regime di Bashar al Assad, il 15 marzo scorso. Da parte loro gli attivisti pro-democrazia hanno lanciato ieri una campagna di disobbedienza civile, convocando uno sciopero generale nella regione meridionale di Deraa, in corso di svolgimento.
I seggi sono aperti da stamattina alle 8 (ora locale, le 7 in Italia), e chiuderanno alle 20. Oltre 42.000 candidati si contendono 17.000 seggi a livello comunale. In alcuni quartieri di Damasco gli elettori si sono recati in massa a votare. «Ho votato perché vogliamo contribuire alle riforme eleggendo i migliori», ha detto un'elettrice 35enne parlando in condizione di anonimato all'uscita di un seggio elettorale in piazza degli Omayyadi. Anche Ahmad, un tassista che non ha rivelato il suo nome completo, ha detto che «tutti devono votare per rispondere a quelli che invocano lo sciopero».
Lo sciopero generale, indetto ieri dagli oppositori di Assad, prosegue oggi nella regione di Deraa, bastione della rivolta anti-regime, ed è stato anche largamente osservato nella città di Duma, nei pressi di Damasco. «Ieri abbiamo cominciato lo sciopero generale che proseguirà fino alla caduta del tiranno. Oggi non manderemo i nostri figli a scuola», hanno scritto i militanti pro-democrazia sulla loro pagina Facebook «Syrian Revolution 2011».
Intanto nel paese si registrano anche oggi nuove violenze e nuovi morti. Scontri ci sono stati a nelle regioni di Idleb e Deraa tra disertori e forze della sicurezza. Lo ha riportato l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo (Osdh). Quattro civili sono stati poi uccisi dalle forze di sicurezza nella provincia di Homs, altri tre sono stati uccisi a Idleb, sempre secondo l'Osdh.
ONU: Circa 5.000 le persone uccise dal regime di Assad - Sono circa 5.000 le persone uccise nella repressione condotta dal regime di Damasco dall'inizio della rivolta popolare contro il presidente Assad, nove mesi fa. Lo ha detto il commissario ai diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Oltre 14.000 persone sono state arrestate e 12.400 sono fuggite dal paese in questo periodo.
Stando a informazioni in possesso dell'Onu, oltre 200 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza siriane dal 2 dicembre. Con i morti di questi fine settimana, «la mia stima è che il numero totale delle persone uccise dall'inizio delle manifestazioni si avvicina alle 5.000. Questa situazione è intollerabile», riferisce Pillay nel rapporto, una cui copia è stata ottenuta dall'Afp. L'ultimo bilancio dell'Onu era di oltre 4.000 morti.
Obama: La credibilità di Assad è fortemente compromessa - La credibilità del presidente siriano Bashar al Assad è fortemente compromessa, e anche se ci sono divergenze tattiche tra Stati Uniti e Iraq, queste sono dovute a considerazioni di politica interna irachena e non a interferenze da parte iraniana. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha voluto nuovamente condannare le violente repressioni del regime di Assad e sottolineare l'autonomia di Baghdad. Ogni decisione assunta da al-Maliki - ha detto Obama - è presa per il bene del popolo iracheno.
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