5 maggio 2024
Aggiornato 18:01
Lo rivela un rapporto di una commissione indipendente internazionale

Siria: ONU, 256 bambini uccisi dalle forze di sicurezza

L'Esercito siriano, nel corso della repressione delle manifestazioni anti-Assad dal marzo scorso, si è macchiato di «crimini contro l'umanità». La Russia invierà navi da guerra a dicembre. Ankara: Presto annunceremo nostre sanzioni. L'Arabia Saudita esorta i suoi cittadini a lasciare il Paese

DAMASCO - Almeno 256 bambini sono stati uccisi dalle forze di sicurezza del regime siriano nel corso della repressione delle manifestazioni anti-Assad dal marzo scorso. Lo rivela un rapporto di una commissione indipendente internazionale istituita dall'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Secondo l'indagine l'esercito regolare siriano si è macchiato di «crimini contro l'umanità» commettendo esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, sequestri, torture e violenze sessuali anche contro ragazzini.

La Lega Araba adotta sanzioni economiche - Il rapporto dell'Unhcr arriva il giorno dopo la decisioni della Lega araba di adottare sanzioni economiche contro Damasco per obbligare il regime di Assad a far cessare la repressione contro i manifestanti. Queste sanzioni - secondo la risoluzione votata dall'organizzazione panaraba riunita al Cairo - comprendono un congelamento delle transazioni commerciali con il governo siriano e dei conti correnti bancari del governo nei Paesi arabi, la sospensione dei collegamenti aerei tra i Paesi arabi e la Siria e un divieto di viaggiare nei Paesi arabi per diversi responsabili del regime.
Venerdì scorso, il Comitato dell'Onu contro la tortura ha denunciato le «violazioni flagranti e sistematiche dei diritti» umani in Siria e ha espresso «profonda preoccupazione per le flagranti violazioni dei diritti umani in Siria, che avrebbero avuto luogo in un contesto di impunità».
Dallo scoppio delle manifestazioni contro il regime a marzo, la repressione ha provocato più di 3.500 morti secondo l'Onu (600 secondo Damasco) e numerosi feriti, senza contare le decine di migliaia di arresti.

La Russia invierà navi da guerra a dicembre - La Russia invierà a dicembre della navi da guerra in Siria, anticipando i tempi di una missione che secondo la stampa russa era attesa nella primavera prossima. Lo rivelano fonti dello Stato maggiore di Mosca all'agenzia Itar-Tass. La portaerei Ammiraglio Kuznetsov e la nave da guerra Ammiraglio Shabanenko «probabilmente dopo il 10 dicembre si recheranno in Atlantico e in Mediterraneo» ha detto la fonte.
«E'previsto che a fine dicembre visitino i porti siriani» ha aggiunto, spiegando che la tappa «è prevista da lungo tempo e non ha alcun legame con gli avvenimenti in Siria».

Ankara: Presto annunceremo nostre sanzioni - La Turchia annuncerà prossimamente le sanzioni che metterà a punto contro il regime siriano ma esclude l'ipotesi di un intervento militare. Lo ha dichiarato oggi il capo della diplomazia turca, Ahmet Davutoglu. «Abbiamo concluso il nostro lavoro e le sanzioni sono pronte. Le annunceremo dopo degli incontri con il Primo ministro e il presidente» della Repubblica, ha spiegato Davutoglu nel corso di una conferenza stampa congiunta con il vice primo ministro lussemburghese, Jean Asselborn, ad Ankara.
Il capo della diplomazia ha insistito sul fatto che queste misure non peserebbero sulla popolazione civile. L'approvvigionamento idrico della Siria tramite le acque dell'Eufrate, che ha la sua fonte in Turchia, non sarà interessato, ha assicurato Davutoglu. Il capo della diplomazia di Ankara ha poi ribadito l'opposizione della Turchia ad una opzione militare contro la Siria. «Ci auguriamo che un intervento militare non sia mai necessario», ha detto. La Turchia, ex alleato della Siria, ha adottato una posizione ferma contro il suo vicino e ha più volte sollecitato le dimissioni del presidente Bashar al Assad per la repressione del movimento di protesta che ha provocato 3.500 morti, secondo l'ONU
Ankara oggi ha annunciato il suo sostegno alle sanzioni stabilite dalla Lega araba a carico di Damasco. Sempre nel corso della giornata, il suo ministro dei Trasporti, Binali Yildirim, ha detto che Ankara potrebbe escludere la Siria dai percorsi commerciali regionali «se prosegue la sanguinosa repressione dell'opposizione».

L'Arabia Saudita esorta i suoi cittadini a lasciare il Paese - Il ministero degli Esteri saudita ha invitato i suoi connazionali a lasciare la Siria, teatro da più di otto mesi di una ondata di violenze senza precedenti. «A causa delle precarie condizioni di sicurezza, l'Arabia saudita esorta i suoi connazionali a lasciare la Siria e a non recarsi in questo Paese», ha indicato il ministero in un comunicato pubblicato dall'agenzia ufficiale Spa.
Bahrein e Qatar, due Paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), che comprende le sei petrol monarchie, hanno già esortato domenica i loro cittadini a lasciare il Paese.