20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
L'annuncio del Consiglio dei ministri sul suo profilo Facebook

Egitto, intesa tra Polizia e manifestanti: violenze sospese

E' ritornata la calma a piazza Tahrir. Esercito: Lasciare il potere sarebbe tradire il popolo. Netanyahu: Israele tiene a preservare la pace. Giornalista di France 3 vittima di molestie sessuali al Cairo

IL CAIRO - E' stato concluso un accordo tra le forze dell'ordine egiziane e i manifestanti su una sospensione degli scontri mortali che scuotono da molti giorni il centro del Cairo. Lo ha affermato il Consiglio dei Ministri sulla sua pagina Facebook.

E' ritornata la calma a piazza Tahrir - «Un accordo è stato concluso tra le forze di sicurezza ed i dimostranti che riguarda la sospensione totale degli scontri tra le due parti in via Mohamed Mahmoud, che conduce al ministero degli Interni», vicino all'emblematica Piazza Tahrir, ha indicato il Consiglio dei Ministri. «Dalle 3 (le 2 italiane) è ritornata la calma a piazza Tahrir grazie alla cooperazione dei giovani della rivoluzione», ha aggiunto.
Il capo della polizia militare, «il generale Hamdi Badeen ha sorvegliato la tregua. Noi (il ministero degli Interni) abbiamo incontrato ieri i dimostranti e anche i soldati», ha affermato un alto responsabile del ministero sotto copertura di anonimato, «Speriamo che la tregua regga. Speriamo che smettano di attaccarci e tentare di arrivare al ministero. Noi non abbiamo alcuna intenzione di andare vicino a Piazza Tahrir, noi tentiamo solo di difenderci», ha aggiunto.
L'esercito egiziano al potere si è scusato per le morti avvenute negli scontri tra forze dell'ordine e dimostranti, che occupano piazza Tahrir al Cairo per il settimo giorno consecutivo per chiedere le dimissioni, il più rapidamente possibile, del potere militare. Gli scontri hanno provocato 38 morti, secondo un ultimo bilancio ufficiale.

Esercito: Lasciare il potere sarebbe tradire il popolo - Lasciare il potere significherebbe «tradire il popolo» egiziano. Lo ha affermato il generale Moukhtar el-Moullah durante una conferenza stampa al Cairo. «Il nostro obiettivo non è di lasciare il potere o di restare al potere, ma di rispettare il nostro impegno nei confronti degli egiziani», ha aggiunto l'alto ufficiale, componente del Consiglio supremo delle forze armate, che guida l'Egitto dalla caduta del presidente Hosni Mubarak, nel febbraio scorso.

Netanyahu: Israele tiene a preservare la pace - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ritenuto che Egitto e Israele condividano un «interesse» comune a salvaguardare la pace e la stabilità in Medio Oriente.
«L'Egitto e Israele hanno un interesse comune a preservare la pace e la stabilità in Medio Oriente. Ciò favorisce il commercio marittimo, la stabilità economica e la calma, e molte cose ancora per Egitto, Israele e altri stati», ha sottolineato il comunicato.
Netanyahu non ha direttamente menzionato le violenze in Egitto ma hanno tenuto a precisare che «i due Paesi lottano contro il terrorismo e quanti vogliono rompere la pace». «E' essenziale per Israele e per qualunque governo sia al potere in Egitto», ha aggiunto. Scontri mortali tra forze di sicurezza e dimostranti che chiedono le dimissioni della giunta militare scuotono da molti giorni il centro del Cairo. Il governo israeliano messa su l' uomo forte di l' Egitto, il maréchal Hussein Tantawi, per evitare uno «caos generale» e preservare il trattato di pace firmato tra i due vicini nel 1979.

Giornalista di France 3 vittima di molestie sessuali al Cairo - Una giornalista di France 3 è stata malmenata a aggredita sessualmente oggi a piazza Tahrir al Cairo dove era impegnata in un reportage. Caroline Sinz ha raccontato all'Afp che insieme al suo cameraman, Salah Agrabi, sono stati aggrediti in una strada che collega piazza Tahrir al ministero dell'Interno, dove negli ultimi giorni hanno avuto luogo gli scontri più violenti fra manifestanti e forze dell'ordine.
«Stavamo girando nella rue Mohamed Mahmoud quando siamo stati assaliti da dei giovani di 14 e 15 anni», ha raccontato la donna. Successivamente la giornalista e il cameraman sono stati trascinati a forza da un gruppo di uomini verso la piazza Tahrir e si sono ritrovati separati. «Sono stata malmenata da giovani e da adulti che mi hanno strappato i vestiti» e che hanno proceduto ai dei palpeggiamenti che rispondono «alla definizione di stupro», ha proseguito. «Alcune persone hanno tentato di aiutarmi senza successo. Sono stata linciata. Il tutto è durato circa tre quarti d'ora. Ho creduto di morire», ha detto ancora. Soccorsa alla fine da degli egiziani presenti sul posto, la giornalista ha potuto raggiungere il suo hotel, dove è stata assistita dall'ambasciata di Francia al Cairo.
Sempre oggi una blogger egiziana-statunitense, Mona El Tahawy, ha denunciato su Twitter di essere stata vittima di una aggressione sessuale da parte delle forze di sicurezza dopo il suo arresto avvenuto la scorsa notte nei pressi di piazza Tahrir. «Solo Dio sa cosa sarebbe accaduto se non avessi avuto la doppia cittadinanza (anche se hanno arrestato studenti statunitensi)», ha sottolineato la donna in un altro messaggio inviato sul suo account.